testo di Ivan Masciovecchio.
Trasformare i rifugi appenninici e gli stazzi dismessi della pastorizia da isolate infrastrutture inserite in ambienti più o meno inaccessibili e solitari in veri e propri presidi culturali integrati a pieno titolo nel sistema turistico regionale; luoghi d’incontro, partecipazione e consapevolezza dove promuovere le bellezze dell’Abruzzo montano e nei quali confrontarsi su tematiche che spazino dall’educazione ambientale alla sicurezza, fino alla riscoperta della cultura materiale e immateriale locale – dall’enogastronomia all’artigianato, passando per la letteratura, il cinema e la musica –, proponendo momenti di approfondimento scientifico, formativo, didattico e artistico che possano caratterizzare queste strutture come nodi nevralgici di un sistema di ospitalità in quota in grado di integrarsi con la rete degli oltre 6000 chilometri di sentieri esistente in Abruzzo, dando avvio ad un dialogo proficuo e sostenibile, anche da un punto di vista economico, con i paesi a valle.

Questo l’ambizioso obiettivo di RAM – Rifugi Aperti del Mediterraneo 2018, la manifestazione in programma nelle giornate di sabato 21 e domenica 22 luglio prossimi in diversi rifugi presenti sul versante occidentale del Morrone, organizzata dal CAI Abruzzo e dalle sezioni di Popoli e Pescara con il patrocinio della Regione Abruzzo e del Parco nazionale della Majella e la collaborazione delle amministrazioni di Salle, Popoli, Pratola Peligna e Caramanico Terme, la facoltà di Architettura dell’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara e l’associazione Slow Food Abruzzo-Molise, presentata questa mattina a Pescara nella sede della Regione Abruzzo alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale al Turismo, Giorgio D’Ignazio; del direttore del Dipartimento Turismo, Cultura e Paesaggio, Francesco Di Filippo; del presidente CAI Abruzzo, Gaetano Falcone; e del presidente della Commissione regionale Rifugi, nonché ideatore dell’evento, Marcello Borrone.

«In Abruzzo insistono circa 500 stazzi ed una trentina di strutture riconducibili ai rifugi, di cui solo cinque esercitano funzioni chiare e trasparenti di rifugio di montagna – ha dichiarato lo stesso architetto Borrone durante la presentazione –. Se da un lato quindi c’è l’esigenza di promuovere il territorio montano, dall’altra bisognerebbe prima pensare a realizzare le infrastrutture materiali ed immateriali che invoglino le persone a fruire del prodotto montagna che nei fatti attualmente non c’è. Di conseguenza, i rifugi dovrebbero essere realizzati non solo per aspetti legati alla sicurezza, come nel caso di valanghe o nell’osservazione dei fuochi, ma anche per offrire un semplice bicchiere d’acqua a tutti coloro che spesso e volentieri non si avventurano in certi luoghi o latitudini perché consapevoli di non trovare nessun tipo di assistenza».
Giunta alla sesta edizione – dopo quelle del 2010 nel Parco regionale Sirente-Velino, del 2011 e 2012 del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, del 2013 e 2014 del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – la manifestazione rientra all’interno di un progetto di ricerca più ampio denominato Rifugi del Mediterraneo che ha già portato al recupero di diversi fabbricati nel territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – senza un metro quadrato in più di consumo di suolo – nell’ambito del progetto strategico denominato Rifugio Diffuso.

Durante le due giornate (info dettagliate sul programma e prenotazioni al numero 347 6457507 oppure alla mail info@caipopoli.it), nell’ottica di una sostenibilità ambientale e culturale insita nel DNA degli organizzatori, RAM – Rifugi Aperti del Mediterraneo 2018 volutamente coinvolgerà non più di un centinaio di partecipanti. Sabato 21 luglio, un gruppo ristretto di escursionisti esperti salirà da Bagnaturo verso il rifugio di Colle delle Vacche – una sorta di luogo simbolo di rinascita, miracolosamente risparmiato dal devastante incendio del Morrone dello scorso anno, che lo ha coinvolto solo esteriormente – per poi proseguire verso il successivo rifugio di Iaccio Rosso, superato il quale una parte del gruppo si dirigerà verso la struttura di Iaccio Grande mentre un’altra farà tappa a Iaccio della Madonna dove si procederà al pernotto.

Nella successiva giornata di domenica 22 luglio, infine, i due gruppi si ricompatteranno percorrendo tutta la cresta del Morrone fino al rifugio di Monte Corvo per ricongiungersi poi col gruppo più numeroso di appassionati salito in mattinata con un breve trekking dal Centro forestale di Popoli. Dopo il saluto delle autorità, ci sarà spazio per un momento di riflessione scientifica al quale seguirà un pranzo informale organizzato da Slow Food Abruzzo-Molise con l’utilizzo delle tipicità agroalimentari del territorio. «Grazie all’impegno del CAI Abruzzo – ha concluso l’architetto Borrone – che si è preso in carico gran parte dei costi di organizzazione dell’evento e considerata la natura divulgativa della manifestazione, l’iscrizione prevede una quota simbolica di soli € 15 (€ 10 per i soci CAI), mentre per i ragazzi fino a 15 la partecipazione sarà gratuita»..