L’arte ambientale “In memoria. Pietre nere per il Lago Sofia”

Con il patrocinio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e la collaborazione del CAI di Castel Di Sangro, del Rifugio Franchetti, e con il supporto di Massimo Pecci, glaciologo, esperto del Calderone, è stato realizzato il progetto “In memoria. Pietre nere per il Lago Sofia”. Si tratta di una esposizione condivisa di arte ambientale che avrà luogo alla quota di m 2670 del Ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso d’Italia e presentata da Alberto Timossi domenica 22 luglio 2018.
Il luogo in cui si terrà l’evento è particolarmente significativo. Il Ghiacciaio del Calderone (il più meridionale d’Europa) attualmente diviso in due parti (una inferiore e una superiore), ha perso il movimento di scivolamento, riducendosi sempre di più e frammentandosi, perdendo a causa di ciò la sua connotazione di “ghiacciaio”. Il lago di Sofia, fino agli anni Novanta, ospitato sul fondo di quest’ultimo, oggi è inghiottitoio fra le rocce, in quanto le acque ghiacciate di cui si alimentava, sono state assorbite dalla fusione, complice anche il clima ha fatto del Gran Sasso che alterna episodi di caldo intenso, a piogge torrenziali, siccità prolungata. Talvolta il lago di Sofia ricompare, come nel settembre 2012, una rarità unica.

Sulla morena del piccolo Calderone, nella conca del “lago”, faranno la loro comparsa 36 piccole pietre nere (fossili neri), a 2670 metri, all’ombra del Corno Grande, vuole suggerire una riflessione verso l’ambiente che cambia che come affermato dagli organizzatori: “Le pietre nere per Sofia sono un omaggio dell’artista alla bellezza e alla fragilità della natura, alla caducità dell’ambiente che sembra essere eterno […] alla sorpresa in un ecosistema che non ci offre certezze e mostra il suo volto sempre diverso. […] A Sofia che, anche solo per un giorno, possa ritornare”.
La spedizione partirà dal Rifugio Franchetti: 11 artisti, con le sculture negli zaini, appoggeranno le pietre al suolo volte a comporre una performance condivisa di arte ambientale. Francesca Nesteri, con gesti e parole, accompagnerà la visione nel grande anfiteatro del Calderone.
Non è la prima volta che Alberto Timossi compie viaggi volti a evidenziare la natura che cambia; basti ricordare quelli del 2015 dal titolo Illusione, intervento nelle Cave Michelangelo di Carrara (ambiente modificato con la forza) o del 2017, Fata Morgana, dentro l’Antropocene, intervento sul laghetto del Rock Glacier del Col D’Olen, sul Monte Rosa (la natura che reagisce al cambiamento).
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