A buon diritto, anche l’Abruzzo sarà protagonista della serata organizzata dall’associazione Porthos racconta nella propria sede di Roma per mercoledì 12 giugno, dalle ore 20.30, per riscoprire l’identità del Trebbiano, uno dei vitigni più bistrattati d’Italia, «varietà resistente e malleabile ma non così incline a dare i migliori frutti ovunque la si pianti», particolarmente diffuso nella zona centrale del Paese.
La degustazione curata da Sandro Sangiorgi, Matteo Gallello e Roberto Lo Pinto vedrà un confronto tra sette vini serviti alla cieca originati da diverse regioni quali Umbria, Toscana, Marche e, appunto, Abruzzo. Così lo stesso Sangiorgi presenta l’incontro: «Ho conosciuto il Trebbiano in una fase molto delicata della sua storia, quando solo in rarissimi casi si poteva parlare di vino di qualità. La gran parte del liquido in circolazione era completamente anonima. Il Trebbiano d’Abruzzo di Valentini e Pepe, il bianco di Montevertine nel Chianti e il Torgiano Riserva Vigna Il Pino di Lungarotti erano tra i pochi esempi virtuosi, perché non avevano tradito le radici culturali e colturali della varietà bianca italiana più diffusa, né avevano rinunciato a un’espressività autentica, in totale controtendenza con l’espansione dei bianchi fruttati a prescindere».
«Potete quindi immaginare la nostra soddisfazione quando, alcuni anni fa, abbiamo cominciato a percepire lo sforzo di numerosi viticoltori per riportare il Trebbiano nella sua dimensione di bianco versatile, suadente e tattile, caratterizzato dall’emancipazione dei profumi fermentativi da associare all’impronta di ogni luogo. È stato ripensato alla luce di ciò che i maestri avevano lasciato, senza perdere la preziosa libertà d’interpretazione, ma perseguendo un senso storico, vera bussola di ogni denominazione d’origine». Costo della serata € 45. Info e prenotazioni al numero 06 53273407 oppure alle mail chiara@porthos.it (Chiara Guarino) / info@porthos.it