testo di Fabio Ciminiera, foto di Paolo Iammarrone
I Miles Davis e Duke Ellington, Bill Evans che aprì la prima edizione, Pat Metheny, Joe Zawinul e Herbie Hancock (foto a destra), Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan sono passati tutti da Pescara Jazz: sembra una banalità, ma si fa prima a contare gli assenti e, dei grandissimi, solo Louis Armstrong non si è esibito al Festival, a parte quelli scomparsi prima del ‘69. Questa estate il Pescara Jazz, giunto alla sua quarantesima edizione, torna ad avere due importanti aspetti collaterali. Con il Pescara Jazz Village all’Aurum, la città e il festival tornano ad incontrarsi. Negli anni ci sono state le esperienze di Jazz in Provincia – unica e irripetibile nei racconti di chi vi ha partecipato – e di Jazz in Città e poi, più vicini nel tempo, ci sono stati i concerti allo Sporting Hotel Villa Maria e le jam session al Marni Jazz Club con la presenza di Pat Metheny (foto a sinistra) e Brad Mehldau. Altrettanto significativo il ritorno dei seminari di Pescara Jazz, realizzati con la collaborazione del Conservatorio di Pescara e i docenti del Columbia College di Chicago. Il festival riconquista una carta importante, che non può mancare in una rassegna di questo livello.
Pescara Jazz 2012 si sviluppa in un arco ampio di tempo. Si apre con l’incontro sul palco di Chick Corea e Stefano Bollani (5 luglio) e si chiude con l’eleganza di Paolo Conte (3 agosto). Tra queste due date il Teatro D’Annunzio ospita, venerdì 13 luglio, Roberta Gambarini Quartet e Al Di Meola World Sinfonia con Gonzalo Rubalcaba. Sabato 14 luglio è la volta di Mostly Monk, incontro tra quattro pianisti di grande livello come Kenny Barron, Benny Green, Mulgrew Miller, Eric Reed e, a seguire, il quintetto guidato da Joe Lovano e Dave Douglas. Il festival si completa, domenica 15 Luglio, con il Wayne Shorter Quartet e We want Michael, il nuovo progetto di Enrico Rava dedicato alla musica di Michael Jackson.
Dal 9 al 12 luglio l’Aurum invece è il palco per i concerti del Gianluca Esposito Quintet con Maurizio Giammarco, del Mario Romano Quartet con Pat La Barbera, del Tony Pancella Quintet e dell’Alain Caron Quartet. Al termine di ogni serata ci sono le jam session guidate dal Jazz Faculty Quintet, vale a dire dai docenti del Columbia College di Chicago.
Quando nacque Pescara Jazz, i festival in Europa si contavano sulle dita di una mano, in Italia erano state tentate alcune esperienze ma nessuna ebbe la forza e l’impatto del “nostro” Festival e Umbria Jazz doveva ancora nascere. Pescara Jazz è il risultato di un’intuizione dalla prospettiva lunga ed è senz’altro un patrimonio del territorio abruzzese.
www.pescarajazz.com