«L’agro-biodiversità, il ripopolamento delle aree interne con giovani e migranti e le filiere corte, da sempre sono il mio impegno associativo, che vorrei continuare a seguire». È con queste parole che Silvia De Paulis, agronoma, dal 1998 al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ha accolto il suo nuovo incarico nel Comitato Esecutivo di Slow Food Italia, che ha riunito nei giorni scorsi 650 delegati a Montecatini Terme per il IX Congresso nazionale. Eletti con lei nel direttivo Massimo Bernacchini, Giorgia Canali, Antonio Cherchi, Giuseppe Orefice, Gaia Salvatori e Francesco Sottile.
Cinquantasei anni, Silvia De Paulis è nata a L’Aquila, dove vive. Laurea in Scienze Agrarie a Bologna, uno stage a Bruxelles e un corso per divulgatori agricoli a Metaponto. Conosce Slow Food per l’Atlante dei Prodotti Tipici dei Parchi, si innamora del progetto Presìdi, contribuendo negli anni a costituirne diversi, tra cui 9 nel territorio aquilano. Nel 2006 è eletta nel Consiglio Nazionale di Slow Food e poi diventa membro dell’esecutivo regionale. Dal 2009, dopo il terremoto che ha sconvolto L’Aquila, elabora e realizza prima il progetto 10 orti per 10 tendopoli e poi il Mercato Contadino, uno sforzo titanico che la impegna ancora oggi.
«Se penso a cosa portare dalla mia esperienza di vent’anni di attivismo nell’associazione Slow Food Abruzzo e Molise nel resto del Paese, d’istinto rispondo la salvaguardia della biodiversità e lo sguardo attento ai bisogni dei piccoli produttori che con fatica e testardaggine continuano a produrre eccellenze agroalimentari per arrivare ai “bei comuni” quali acqua, aria e suolo che regaliamo alle grandi città senza rivendicare nulla – ha dichiarato subito dopo la nomina –. Penso a quanto devo io, come aquilana, alla magnifica Rete di soci Slow Food che, all’indomani del terremoto che ha sconvolto la mia città, si sono prodigati per raccogliere fondi necessari per realizzare il Mercato Contadino Nutrire L’Aquila, ora realtà vera, luogo di incontro dei cittadini in cui parlare di cibo buono, pulito, giusto e sano per tutti».
«Penso che l’Abruzzo e il Molise hanno ancora tanto da esprimere e che, se facciamo rete con i tanti amici che ci sono intorno, riusciremo a portare, non solo a Slow Food Italia, esempi virtuosi di un volontariato silenzioso, ma sano, forte e gentile – ha proseguito –. Da ultimo vorrei impegnarmi affinché le istituzioni abruzzesi e molisane, vale a dire Regioni, GAL, Enti Parco, Camere di Commercio e quant’altro, fossero al nostro fianco per affrontare queste nuove sfide, con la piena consapevolezza che la gratuità del nostro impegno, e del volontariato in generale, può contribuire in modo determinante a restituire alle nuove generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo trovato».