testo di Ivan Masciovecchio.
Sarà il convegno Il peperone dolce di Altino, tra tradizione e innovazione ad inaugurare venerdì 22 agosto la sesta edizione del festival dedicato a questa gustosa tipicità regionale, inserita dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Antichi mestieri, tradizioni gastronomiche, alta cucina, nuove economie; di questo si parlerà nell’incontro in programma nel centro storico di Altino ed al quale parteciperanno – tra letture ed intermezzi musicali – giovani ed anziani coltivatori locali, il segretario regionale di Slow Food Abruzzo Raffaele Cavallo, storici, chef e divulgatori. Le conclusioni saranno affidate alla prof.ssa Lia Giancristoforo – docente di Antropologia culturale all’università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara – il cui intervento tratterà il tema Dalla nutrizione locale all’immaginario globale. Verso la valorizzazione creativa di un paesaggio gastronomico medio-sangrino.
Promosso come sempre dall’Associazione di tutela del Peperone Dolce di Altino Oasi di Serranella – costituita nel 2009 con lo scopo di tutelare e valorizzare il prezioso ortaggio tipico di questa zona della Val di Sangro – il festival proseguirà fino a sabato 23 agosto con il suo Palio culinario delle contrade nell’ambito del quale, tra laboratori artigianali disposti lungo le viuzze del paese, nove quartieri si sfideranno a colpi di menu composti esclusivamente da tre portate (un primo, un secondo ed un dolce), valutati da una giuria di giornalisti, gastronomi, chef ed esperti di folklore che nel corso della serata conclusiva decreterà la contrada vincitrice.
Come riportato nel disciplinare di produzione redatto nel settembre del 2011, il Peperone Dolce di Altino Oasi di Serranella presenta una colorazione rosso porpora ed ha la particolarità di avere i frutti rivolti verso l’alto; per questo motivo nel dialetto locale è chiamato anche a cocce capammonte. Viene prodotto e coltivato in un’area compresa tra i fiumi Sangro e Aventino, in particolare nei comuni di Altino, Archi, Perano, Roccascalegna, Casoli, Sant’Eusanio del Sangro ed Atessa, sia su terreni di origine alluvionale, di natura limo-sabbiosi, sia su quelli collinari di medio impasto che, posizionati ad una quota variabile tra i 150 ed i 350 metri, risultano assoggettati ad un clima tipicamente mediterraneo. Può essere venduto fresco o secco, in polvere o in conserva, oppure nelle caratteristiche collane o serte. Il logo attraverso il quale viene commercializzato, oltre a riportare la tipica forma del peperone con la punta rivolta all’insù, riproduce anche un mortaio di legno denominato pilone dove storicamente venivano polverizzati dopo essere stati essiccati, ottenendo così un ottimo condimento per la pasta oppure per l’aromatizzazione degli insaccati.