testo di Ivan Masciovecchio.
Non solo borgo autentico d’Italia caratterizzato, tra le altre cose, da variopinti ed originali murales che ne abbelliscono le vie e le piazze del centro storico. Da sabato prossimo, infatti, il piccolo comune di Scontrone sarà anche il primo Borgo della Lettura d’Abruzzo, grazie all’installazione nel centro del paese e nell’abitato della frazione di Villa Scontrone di due tronchi libreria a disposizione della cittadinanza per favorire e promuovere la libera circolazione di libri e pensieri.
Un’operazione simbolica eppure concretissima dall’alto valore culturale che in modo assolutamente gratuito e volontario, grazie ad un processo virtuoso di condivisione e scambio reciproco, oltre ad un accrescimento personale di ogni singolo cittadino potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità di sviluppo sociale ed economico dell’intera collettività, nonché un valido strumento di promozione turistica dei territori dell’Abruzzo montano troppo spesso dimenticati.
Introdotta dai saluti del sindaco di Scontrone Ileana Schipani e della consigliera con delega alla cultura Erika Iacobucci, alla cerimonia di intitolazione parteciperanno il giornalista molisano Roberto Colella, ideatore del progetto insieme a Davide Vitiello, e l’analista territoriale Rocco Cirino, autore materiale delle due originali biblioteche di legno capaci di contenere circa quindici volumi ciascuna. Subito dopo ci si sposterà negli spazi del Museo Internazionale della Donna nell’Arte – altra peculiarità del borgo sangrino – dove ci saranno letture, proiezioni ed incontri con gli autori Enzo Antonio Cicchino, regista e programmista Rai, e Gianni Manusacchio, regista teatrale.
Estremamente soddisfatta per l’avvio del progetto, alla richiesta di indicarci un libro che le piacerebbe condividere negli insoliti spazi dei tronchi libreria, il sindaco di Scontrone così ci ha risposto: «Storia di una ladra di libri – pubblicato inizialmente in Italia col titolo La bambina che salvava i libri – di Markus Zusak, scritto nel 2005, potrebbe essere un titolo con diversi punti di contatto con la natura della nostra iniziativa; in particolare perché è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito».