testo di Ivan Masciovecchio.
Anno nuovo, nuovi eventi in arrivo sulla Costa dei Trabocchi. Sarà la Torre Vinaria della Cantina Frentana di Rocca San Giovanni (CH), infatti, ad ospitare il prossimo mercoledì 10 gennaio 2024, dalle ore 19, la serata organizzata dalla condotta Slow Food Lanciano per promuovere l’uscita della guida Slow Wine 2024.
Durante l’incontro si potranno provare sei vini selezionati dalla guida in rappresentanza delle cantine di tutta Italia, vale a dire Franciacorta Brut Nature Millesimato 2016 Enrico Gatti (Lombardia), Pinot Bianco Praesulis 2021 Gumphof Markus Prackwieser (Alto Adige, vino Top), Campi Flegrei Falanghina Vigna Astroni 2019 Cantine Astroni (Campania, vino Slow), Bramaterra 2019 Le Pianelle (Piemonte, vino Slow), Valpolicella Classico Superiore Ripasso 2018 Clementi (Veneto, vino Top), Brunello di Montalcino 2018 Col d’Orcia (Toscana), quest’ultima cantina premiata con il massimo riconoscimento della Chiocciola per il modo in cui interpreta valori (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia di Slow Food, associata a un’eccellente qualità della proposta.
In abbinamento saranno proposti i piatti della Cucina Popolare Frentana realizzati da Berardino Abbonizio e Pina Di Nardo, titolare insieme alla figlia Elisa dell’agriturismo Caniloro di Lanciano, nuovo ingresso nella guida Osterie d’Italia di Slow Food (leggi QUI tutte le novità dell’edizione 2024). Nel corso dell’evento sarà possibile acquistare la guida Slow Wine 2024 al prezzo promozionale di € 10 (costo della serata € 30, prenotazione obbligatoria al numero 338 2680783).
Curato dal GAL Maiella Verde in collaborazione con Slow Food Lanciano e finanziato con fondi FEASR – PSR Abruzzo 2014/2022, il progetto Cucina Popolare Frentana ha l’obiettivo di restituire dignità ai saperi della tavola ed ai valori propri della civiltà agro-pastorale di questa porzione d’Abruzzo che dalla Maiella orientale guarda l’Adriatico, attraverso il racconto autentico e il coinvolgimento di quella sorta di matriarcato silenzioso rappresentato dalle donne di tutte le generazioni.
«Accanto al prezioso lavoro di conservazione e di divulgazione di un patrimonio culturale che rischia in parte di scomparire, fatto di ricette, strumenti di cucina come il coppo o i tegami di terracotta, riti gastronomici legati alle stagioni e a speciali ricorrenze – spiegano i promotori –, con questo progetto intendiamo costruire un cammino moderno di riscoperta della tradizione gastronomica locale che possa stimolare sensibilità nuove e generare economia. Il nostro impegno e quello di tutti i protagonisti, il vero valore aggiunto di Cucina Popolare Frentana, è anche quello di sostenere e tutelare i piccoli produttori e raccontare al meglio il territorio frentano più autentico a partire dall’artigianalità, che è anche unicità, con l’obiettivo di custodire l’eredità di conoscenze nascosta dietro ad ogni piatto».
Una prima raccolta di filmati e videointerviste realizzati dal regista lancianese Francesco Enzo Testa all’interno delle strutture coinvolte, con le testimonianze originali e le ricette identitarie degli osti custodi – in molti casi anche contadini, allevatori, norcini e olivicoltori –, è già disponibile sul canale YouTube e sulle pagine social Instagram e Facebook del progetto Cucina Popolare Frentana. Attualmente sono quattordici gli agriturismi e i ristoranti aderenti: Aia Verde (Pizzoferrato), Caniloro (Lanciano), Colle Tripio (Guardiagrele), Cuore Rosso (Altino), Fattoria dell’Uliveto (Scerni), Il Grappolo d’Oro (Lanciano), Il Vecchio Moro (Torricella Peligna), La Brocca (San Martino sulla Marrucina), La Collinetta (Montazzoli), Osteria La Frasca (Scerni), Shangrilà (Borrello), Trattoria del Pagano (Palombaro), Travaglini (Casoli), Za’ Culetta (Rocca San Giovanni).
Tra le preparazioni genuine ed autentiche che si intende salvaguardare e promuovere, anche grazie alle lezioni tenute periodicamente dall’Accademia della Cucina Popolare Frentana composta dagli stessi protagonisti che danno vita al progetto, troviamo la pizza scima (pane semplice senza lievito), la pizz’e foje (pizza di mais accompagnata da verdure selvatiche, peperoni rossi dolci e sarde fritte), le pallotte cac’e’ove (morbide polpette di uova e formaggio intrise in una fresca salsa di pomodoro), il cif e ciaf (carni grasse di maiale fritte con aglio e peperone rosso dolce), le sagne a pezze (pasta dalla forma di un quadrato irregolare), il rintrocilo (pasta che prende il nome dal matterello utilizzato dopo aver steso la sfoglia), la polenta con baccalà e peperoni, il coniglio cotto sotto il coppo (un grosso coperchio concavo di ferro che sfrutta il calore del camino), fino alla classica pizza dolce, la pasticceria secca tra cui i cellipieni di Montazzoli, le pizzelle con la crema e le totare casolane.