testo di Ivan Masciovecchio.
Correva l’anno 1990 quando Slow Food mandò alle stampe la prima edizione di Osterie d’Italia, la guida che nel tempo sarebbe diventata un vero e proprio «sussidiario del mangiarbere all’italiana». Il termine osteria, infatti, anagrammato si trasforma in è storia. Ecco dunque che il volume potrebbe assumere il significato di è storia d’Italia; non certo quella scritta con la esse maiuscola, dei grandi avvenimenti che segnano le epoche, ma quella altrettanto importante fondata sugli incontri, sulle passioni, sulle fatiche di uomini e donne, osti e avventori, che ascoltandosi reciprocamente, tra una pietanza ed un bicchiere di vino, rinnovano quotidianamente il piacere dell’accoglienza, riconoscendosi nell’altro da sé.
Presentata questa mattina al Teatro Elfo Puccini di Milano nel ricordo di Sergio Staino, giornalista e fumettista recentemente scomparso e da sempre vicino al mondo Slow Food, l’edizione numero 34 della gialla – così come è comunemente chiamata la guida in contrapposizione alla rossa francese della Michelin – segnala 1752 locali (+22 rispetto all’anno scorso) tra osterie, agriturismi ed enoteche con cucina, 311 dei quali (+39) premiati con il massimo riconoscimento della Chiocciola, assegnato quest’anno per la prima volta anche ai locali presenti negli inserti delle cucine regionali rappresentate in Abruzzo dagli iconici arrosticini, i tradizionali spiedini di carne ovina cotti alla brace sulla caratteristica furnacella dalla forma stretta e lunga.
Oltre a confermare le 12 osterie già insignite nel 2023 – vale a dire (in ordine di località): PerVoglia, Castellalto (TE); Zenobi, Colonnella (TE); La Bilancia, Loreto Aprutino (PE); Borgo Spoltino, Mosciano Sant’Angelo (TE); Sapori di Campagna, Ofena (AQ); Taverna de li Caldora, Pacentro (AQ); Taverna 58, Pescara; Font’Artana, Picciano (PE); Vecchia Marina, Roseto degli Abruzzi (TE); La Corte, Spoltore (PE); Terra di Ea, Tortoreto (TE) e Cibo Matto, Vasto (CH) – l’Abruzzo partecipa alla festa con due nuovi premiati nella categoria della cucina locale, arrivando così a 14 Chiocciole, numero più alto mai raggiunto. Ad aggiudicarsele sono stati Perilli di Castilenti (TE), storico ritrovo di famiglia con oltre quarant’anni di attività, e la new entry Bracevia A Tutta Pecora di Francavilla al Mare (CH).
Ma le novità non finiscono qui. Quattro nuovi ingressi infatti si segnalano anche tra le pagine delle osterie, uno per provincia, e sono: Al Castello, Aielli (AQ); Agriturismo Caniloro, Lanciano (CH); Tre Piatti, Loreto Aprutino (PE) e Il Tavolino di Pò, Notaresco (TE). Dopo diciannove anni di presenza ininterrotta, esce invece dalla guida Al Vecchio Teatro di Ortona (CH), così come l’Hostaria Zedi di Atri (TE), entrata solo l’anno scorso. In virtù di questi movimenti salgono a 53 i locali abruzzesi recensiti da Osterie d’Italia 2024, due in più rispetto all’edizione precedente. La provincia dell’Aquila consolida il suo primato con 19 locali, uno in più come la provincia di Pescara che raggiunge quota 7, mentre il territorio chietino e quello teramano rimangono stabili rispettivamente con 15 e 12 insegne.
Analizzando alcuni aspetti numerici di questa edizione, se la città di Teramo continua ad essere l’unico capoluogo di provincia a non avere rappresentanza in guida, allo stesso tempo la provincia rafforza il primato abruzzese delle Chiocciole guadagnandone 1 – seppur nel segmento delle proposte locali legate agli arrosticini – e portandosi così a 6. Allo stesso modo la provincia di Chieti arriva a 2 tornando ad eguagliare il suo massimo storico dopo oltre vent’anni.
Giocando invece con i numeri raccolti lungo l’arco di più di trent’anni, la presenza dell’Abruzzo sulle pagine di Osterie d’Italia è rappresentata da ben 230 locali recensiti in totale, il 33% dei quali concentrato nella provincia dell’Aquila, il 26% in quella di Teramo ed il 21 e 20% rispettivamente in quelle di Chieti e Pescara. Nonostante i quattro nuovi ingressi, siamo ancora lontani dal massimo storico raggiunto nell’edizione 1998 con ben 59 segnalazioni. Tra le osterie storiche sono diverse quelle ancora in attività grazie alla bontà della proposta gastronomica e ad una accoglienza calda e sincera. La palma va a Il Mandrone di Isola del Gran Sasso d’Italia (TE) e a Taverna 58 di Pescara, sempre recensiti fin dalla prima uscita. Sul podio anche Taverna de li Caldora con 31 recensioni e Da Giocondo a Rivisondoli (AQ) con 30.
Chiudiamo infine con una curiosità. Tra i 230 locali abruzzesi segnalati sulle pagine della guida fin dalla prima uscita, ne compaiono anche due che dalla Chiocciola nel tempo sono arrivati a conquistare anche l’ambita stella Michelin. Stiamo parlando de La Bandiera a Civitella Casanova (PE) della famiglia Spadone e Villa Maiella a Guardiagrele della famiglia Tinari. A ulteriore testimonianza dell’inscindibile filo rosso che, se intessuto con amore, competenza e lungimiranza, collega idealmente la contemporaneità alla tradizione, in cucina come altrove.