Testo Laura de Benedictis Foto Alessandro Petrini
Un flusso continuo di ricerca e sperimentazione attraverso il quale l’arte contemporanea si incontra con il reale. Ecco il mondo di Lucia Zappacosta, dove non si cercano risposte ma domande.
Difficile dare una definizione unica di Lucia. E’ curatrice, esperta in comunicazione, direttrice d uno spazio museale, con un dottorato di ricerca in “Culture, linguaggi e politica della comunicazione” e due master, uno in programmazione multimediale di videogiochi conseguito presso l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, ed uno recentissimo in tecnologie applicate ai beni culturali. Competenze e passioni che si sposano e si mescolano per dedicarsi infine alla grande passione per l’arte contemporanea. Una passione che sembra essere quasi una missione, legata alla divulgazione dell’arte nelle sue forme più eclettiche e all’avanguardia, con l’obiettivo di inserire la sua comprensione e il suo potere in un ambito urbano come quello della città di Pescara, un luogo da sempre votato al contemporaneo e che vive di esso, ma che troppo spesso ha tralasciato questa sua vocazione. E nel corso del tempo, tra impegno e lungimiranza, Lucia è riuscita nel suo scopo, realizzando mostre che potessero portare in primo piano i giovani artisti ma sopratutto il pubblico, come fosse protagonista in parallelo alle opere. Un lavoro questo dove, come dice lei stessa “non c’è alcuna regola, dove non si danno risposte, se non quella della necessità di porsi costantemente domande”. L’arte quindi come critica, come continua ricerca, ed il museo come spazio vivo e non statico o immobile, come luogo d’incontro e di pensiero nel quale non semplicemente si osserva ma si cerca. Tante infine sono le risposte, nessuna di esse assoluta o definitiva, come tante sono le forme sotto le quali l’arte può presentarsi. Queste le passioni di Lucia che, tra esperienze importanti come la collaborazione con grandi archivi, dall’Istituto Luce all’Aamond, vince nel 2009 la prima edizione di Startimpresa come migliore startup con l’idea imprenditoriale alla base della società Videoartscope SAS, piattaforma di gestione documentale sviluppata sul web per la fruizione integrata di archivi di video arte e di cui è Co-Fondatrice.
Tutte esperienze legate comunque da un solido filo conduttore: l’organizzazione e l’ideazione di eventi culturali d’arte contemporanea, che si inseriscano nel territorio come poli d’attrazione per uno sviluppo sociale. Così mano a mano prendono vita le idee e la passione trova il suo naturale spazio. Così, parte dapprima il progetto di collaborazione con la galleria d’arte contemporanea White Project di Pescara, fino ad arrivare poi alla direzione artistica dell’Alviani ArtSpace, spazio di ricerca sul contemporaneo all’interno dell’Aurum di Pescara, inaugurato il 1 dicembre del 2012 e che dopo una intensa programmazione si avvia ora ad inaugurare il suo secondo anno di attività. L’Alviani è l’anima di Lucia, un luogo non luogo, un museo della sperimentazione, un punto di ritrovo e di incontro con l’arte in tutte le sue manifestazioni, un cantiere di idee, una base per scoprire e far scoprire nuovi volti e talenti del mondo del contemporaneo, un laboratorio dove mixare con audacia e amore nuovi e differenti linguaggi ed espressioni, sempre con uno sguardo attento verso il territorio ed il suo rapporto con il mondo dell’arte, e con la ricerca quale collante di ogni singola espressione artistica che sia in grado poi di comporre un’idea nuova del nostro futuro. Insomma, che l’arte contemporanea torni ad essere specchio e stimolo per la nostra società, che torni a rappresentare un contributo e a partecipare ad un disegno politico e civile della nostra epoca. Questo tra l’altro l’intento ed il messaggio che Lucia sta trasmettendo proprio ultimamente con la mostra MutaForma, prima biennale della giovane arte abruzzese inaugurata lo scorso 8 marzo al Mu.Mi (Museo Michetti) di Francavilla al mare e che si concluderà il 13 aprile. La rassegna, organizzata con il patrocinio dall’assessorato alla cultura del comune di Francavilla e del GAI (Associazione per il circuito dei Giovani Artisti Italiani), prende spunto dalle Metamorfosi di Ovidio per creare un percorso sulla scia del cambiamento, dove ogni opera può sempre divenire qualcos’altro. Un mutamento che parte dall’accostamento di undici coppie formate da un emergente del panorama abruzzese e da un artista già affermato. Si creano così connessioni inedite e singolari, ogni inizio conduce ad una fine inaspettata, e lo scambio artistico crea qualcosa di nuovo, attraverso l’incontro / scontro di due generazioni e la sintesi di due differenti esperienze e linguaggi, dando vita a creazioni che prendono vita sotto mutevoli forme, quasi fuggevoli, capaci di affascinare e disorientare lo spettatore.