testo di Ivan Masciovecchio.
Presentata questa mattina per la prima volta nella città di Piacenza, insieme a Reggio Emilia e Parma – cuore della Food Valley e Capitale della Cultura 2020 – al vertice del triangolo costitutivo di Destinazione Emilia, nuovo polo gastronomico e culturale regionale, la 65esima edizione della guida Michelin Italia porta con sé il consueto carico di stelle destinate ai migliori interpreti della ristorazione italiana.

374 il numero totale degli chef premiati con il caratteristico macaron. A cominciare dai Top 11 che hanno conquistato il massimo riconoscimento delle Tre Stelle (seguiti da 35 con Due Stelle e 328 con Una Stella) ovvero Norbert Niederkofler (St. Hubertus, San Cassiano, BZ), Enrico Crippa (Piazza Duomo, Alba, CN), Chicco Cerea (Da Vittorio, Brusaporto, BG), Nadia e Giovanni Santini (Dal Pescatore, Canneto sull’Oglio, MN), Massimiliano Alajmo (Le Calandre, Rubano, PD), Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena), Annie Féolde (Enoteca Pinchiorri, Firenze), Heinz Beck (La Pergola, Roma), Mauro Uliassi (Uliassi, Senigallia, AN), Enrico Bartolini (Ristorante Bartolini al Mudec, Milano), quest’ultimo unica new entry 2020. Con loro sul gradino più alto anche l’abruzzese Niko Romito con il Reale di Castel di Sangro (AQ), confermato al vertice per la settima volta consecutiva.

Dietro di lui, l’Abruzzo brilla luminoso grazie alle singole stelle riconfermate delle cucine del Villa Maiella della famiglia Tinari a Guardiagrele (CH), de La Bandiera della famiglia Spadone a Civitella Casanova (PE), della Magione Papale di William Zonfa a L’Aquila e di Al Metrò di Nicola Fossaceca a San Salvo (CH) e del D.one a Montepagano di Roseto degli Abruzzi (TE) dello chef Davide Pezzuto, che fissano a 5 il numero dei ristoranti con Una Stella Michelin in Abruzzo. Unica mancata riconferma il Café Les Paillotes di Pescara.
Infine, come anticipato qualche giorno fa, tra i Bib Gourmand – ovvero il simbolo raffigurante la faccina sorridente dell’omino Michelin che si lecca i baffi, assegnato a quei ristoranti che propongono una piacevole esperienza gastronomica con un menu completo a meno di € 35 – l’Abruzzo conquista 2 nuove segnalazioni, vale a dire i ristoranti Estrò di Pescara e Spoon di Teramo. Accanto ad essi, le conferme di Casa Elodia a Camarda (L’Aquila), La Madonnina di Opi (AQ), Taverna de li Caldora a Pacentro (AQ), Da Giocondo a Rivisondoli (AQ), Clemente a Sulmona (AQ), Locanda del Barone a Caramanico Terme (PE), Trita Pepe a Manoppello (PE), Taverna 58 a Pescara, Osteria dal Moro a Giulianova (TE), Borgo Spoltino a Mosciano Sant’Angelo (TE), Bacucco d’Oro a Mutignano di Pineto (TE) e Tre Archi a Notaresco (TE), portano il numero complessivo a 14, posizionando l’Abruzzo a ridosso delle regioni più premiate.
Sfogliando l’album della rossa, in Italia la guida Michelin arriva nel 1956. La prima edizione si intitola “Dalle Alpi a Siena”, ma già l’anno dopo la selezione di alberghi e ristoranti si estende a tutto il Belpaese. Le prime stelle compaiono nel 1959. Sono 81 i locali premiati con Una Stella, assegnata a ristoranti con un’ottima cucina nella propria categoria. Le Due Stelle, invece, premiano una cucina eccellente, che merita la deviazione, mentre il massimo riconoscimento delle Tre Stelle premiano una delle migliori cucine che vale il viaggio. Come amano ripetere gli organizzatori, le stelle sono nel piatto e per assegnarle gli ispettori si basano su cinque categorie: qualità delle materie prime; originalità e personalità dello chef nei piatti proposti; padronanza delle tecniche di cottura e del mix di sapori; rapporto qualità-prezzo; continuità nel tempo.