Il Nordic walking, la camminata con i bastoncini, nasce nei Paesi scandinavi intorno agli anni ‘30 del Novecento. Da allora ha conquistato appassionati in tutto il mondo ed è praticato non solo in montagna
testo di Maria Orlandi
Il nordic walking, la camminata con i bastoncini, fece la sua comparsa per la prima volta nei Paesi Scandinavi intorno agli anni ‘30 del Novecento, quando gli atleti dello sci di fondo iniziarono a praticarlo per allenarsi in estate; sebbene in Italia sia arrivato solo negli anni ‘60, con l’allenatore svedese Bengt Nilsson, oggi questa disciplina è rappresentata da una scuola ufficiale, La Scuola Italiana Nordic Walking, ed è praticata da un numero crescente di appassionati che la svolgono ovunque: sulla spiaggia, sui prati, sull’asfalto e soprattutto in montagna. È un’attività ideale per chi ha problemi alle articolazioni, alla schiena o di natura cardiovascolare, essa infatti presenta alcune caratteristiche simili allo sci di fondo, come l’inclinazione all’indietro del bastoncino durante la fase di spinta e il suo controllo attraverso la manopola e il lacciolo, ma l’utilizzo dinamico di entrambi i bastoncini, se svolto correttamente, coinvolge attivamente la parte alta del corpo durante il cammino. I bastoncini per il nordic walking sono diversi da quelli per il trekking, infatti i primi sono caratterizzati da uno speciale lacciolo per le mani, studiato per consentire alla mano una presa sempre stabile e tale da permettere una conduzione precisa dei bastoncini. Buona volontà, scarpe con un buon “grip”, bastoncini da fondo e, possibilmente, un bel panorama di contorno: questi sono dunque gli ingredienti di base per la pratica del nordic walking. A seconda del grado di allenamento, poi, si possono scegliere percorsi più o meno difficili, ma quasi sempre si tratta di itinerari inseriti in contesti naturali montani, con dislivelli non necessariamente impegnativi e la garanzia di respirare aria pura e salubre. Ciò è vero soprattutto in una regione come l’Abruzzo, dove il territorio montano presenta una notevole varietà di contesti naturali e offre percorsi incantevoli tra natura, storia e spiritualità. Ne è un esempio il caratteristico paesaggio delle Gole di San Venanzio, nel comune di Raiano, particolarmente adatto alla pratica del nordic walking proprio per la varietà degli scenari naturali. Bastoncini ben stretti tra le mani, si percorrono i sentieri appositamente tracciati o si attraversano antichi tratturi, vie della transumanza, lasciati dai pastori abruzzesi. A valle la natura si offre inizialmente morbida con la piana attraversata dal fiume Aterno e il rigoglioso bosco fluviale. Salendo il paesaggio diventa più aspro e selvaggio, con le strette Gole caratterizzate da canyon, cascate e forre. Proprio nel cuore delle Gole si possono ammirare le pitture rupestri di “Rava tagliata” di antichissima realizzazione e il sorprendente acquedotto romano. Qui si trova anche l’Eremo di San Venanzio che, incastonato nella roccia, rappresenta il simbolo della Riserva e il cuore di tutta la rete di sentieri. In prossimità delle gole sono inoltre presenti numerose grotte, un tempo abitazioni di pastori e rifugio per le greggi: segni antichi del passaggio modesto dell’uomo, come il vecchio mulino attivo ancora all’inizio del secolo scorso.