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Home Le Vie dell'Arte

Un Modì in città

by Redazione
21 Gennaio 2013
in Le Vie dell'Arte
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Dipinti e disegni per cogliere il tratto sicuro, incisivo dell’autore, capace di delimitare la forma in modo semplice e perentorio,
e di gustare l’equilibrio tra la purezza stilistica e la passionale carnalità dei personaggi

di Letizia Terra

Nei lavori di Modigliani, per molti Modì, che nel suono ricorda la parola francese “maudit” – maledetto – traspare il dramma di un uomo solitario, che ha vissuto un’esistenza breve e tormentata, che tuttavia gli ha permesso di sviluppare uno stile del tutto personale, incentrato su un unico tema: la figura umana, il ritratto. L’artista intende puntare l’attenzione sull’uomo con le sue angosce, i suoi sentimenti e le passioni. Ma le sue figure sono a tratti enigmatiche, dotate di una particolare fissità, un’ambiguità rappresentata dagli occhi a fessura che spesso troneggiano sui volti. “L’arte del disegno non deve perire, la sua fine significherebbe la fine dell’arte stessa”, così scriveva Modigliani nel 1902, per sottolineare l’importanza del disegno nella sua arte. L’essenzialità, la leggerezza, ma anche le forme allungate, le curve dei volti e la mancanza di colore, che fa risaltare l’originalità dei segni sul foglio, sono le cifre distintive della sua produzione, come testimonia Testa scultorea (1910-11), dedicata al fratello Umberto. Questo disegno evidenzia la sua ricerca assidua per rappresentare la forza primitiva, attraverso forme stilizzate che denotano una vicinanza allo stile della Grecia arcaica. A questo stesso periodo risalgono anche le sculture dell’artista, alle quali egli si dedica per ridurre all’essenziale gli effetti cromatici. Ben presto, però, a causa della salute cagionevole, Modigliani è costretto a interrompere l’attività scultorea, per intensificare quella del disegno e quella pittorica. Il disegno per Modigliani non è una premessa alla pittura, ma un’arte a sé stante, un’arte dell’anima, dove la figura umana è rappresentata e vive in un mondo ideale e immutato. Le parti più difficili del ritratto sono occhi, bocca, naso e orecchie, per questo egli tende a semplificarle a volte in forme geometriche, che attraggono la luce del foglio. Nei corpi c’è sempre la ricerca dello stesso tipo di linea dei volti, come testimonia Ermafrodito (1910-11), con le sue linee allungate e la sua semplicità nelle forme. Anche nella serie di nudi, che per Modigliani sono l’essenza espressiva dell’immagine, si trova la stessa composizione formale: il Nudo di donna a mani giunte (1917-18), attraverso il suo profilo sinuoso, racconta con passionalità la storia di questa figura femminile senza tempo. Famosi sono i suoi ritratti, rappresentazioni pittoriche di persone che gli sono state vicine, che lo hanno amato e stimato. Solo in apparenza inerti, le figure esprimono un’infinita malinconia, la stessa che Modigliani stesso provava e vedeva intorno a sé. I contorni sono ben delineati, il colore puro, accompagnato da zone neutre. L’artista ha chiuso la sua tragica esistenza nel 1920, a trentacinque anni. Poco prima di morire, ha realizzato un dipinto, il Ritratto di Lunia Czechowska, dietro al quale ha scritto: “La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno”.

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