Il Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino in Abruzzo Citeriore nasce nel gennaio del 2004: frutto di una felice intuizione, ha permesso di coniugare l’ambizione di una operosa amministrazione comunale con la passione di lungimiranti collezionisti. Allestito nella bella sede dello storico palazzo settecentesco di Villa Olivieri de Cambaceres, il museo offre al pubblico la possibilità di ammirare un’importante raccolta di fossili, che narrano la storia degli ultimi 500 milioni di anni del nostro pianeta, e un’intrigante raccolta di ambre, presentate sia come reperti geologici che come oggetti di uso quotidiano. Il percorso si articola in due spaziose sale, dotate di comode vetrine e riccamente illustrate da pannelli esplicativi: la sala Paleontologica, che comprende la sezione fossili e la sezione Uomo, e la sala delle Ambre. I progetti di espansione, in via di realizzazione, prevedono la ristrutturazione dell’ala destra della villa per ospitarvi una sala espositiva dedicata interamente ai fossili abruzzesi, con particolare attenzione all’area della Majella, una sala per le ossa dei dinosauri, laboratori didattici e una videoteca. La gestione è curata dall’Associazione “Amici del museo”, che si occupa della valorizzazione dello straordinario patrimonio costituito dalle collezioni private Santoli-Tanfi e Coccato-Antonucci, cedute gratuitamente al comune di San Valentino
L’uomo e i fossili
Fino al recente affermarsi della Paleontologia come scienza, avvenuto nel XVIII secolo, nel passato, la natura veniva vissuta dall’uomo come luogo di meraviglie e di mostruosità. Il contributo del fossile allo sviluppo del mito e alla leggenda è infatti elevato. Fin dall’antichità il fossile suscita curiosità e stupore, dando luogo alle più svariate ed erronee teorie sulla sua natura: prove mal riuscite della creazione, scherzi della natura, uova disperse dal diluvio in sedimenti fangosi e poi sviluppatesi al loro interno, parvenze di organismi mai stati vitali formatisi da un seme o da uno spirito che agisce nelle rocce, etc. Eppure non mancarono intelletti i quali, sia nell’antichità classica (soprattutto greca, ma in certa misura anche romana) che nel Medioevo e nel Rinascimento, ben intuirono l’esatta natura dei fossili. Ma l’autorità di Aristotele (suo il celebre ipse dixit) frenò lo sviluppo di una loro corretta interpretazione quale resto di un organismo, spesso estinto, vissuto nel passato.
Il percorso museale
Ecco perché il museo inizia il suo percorso proprio da una sezione dedicata a illustrare i temi, rigorosamente scientifici, che sono propedeutici alla conoscenza della storia della vita sulla Terra; vi si affrontano temi quali la natura del fossile, i processi di fossilizzazione, il significato cronologico dei fossile, la nozione di “tempo relativo” e di “tempo assoluto”, la scala dei tempi geologici e gli “orologi naturali”. La seconda sezione offre invece un quadro generale del nascere e dell’evolversi nella vita nel mare, culla primigenia di ogni organismo.
Vi sono esposti i fossili nel loro divenire nel tempo, i veri protagonisti della storia degli ultimi cinquecento milioni di anni del nostro pianeta, ben prima della comparsa dell’uomo. Diverse centinaia di reperti, tutti originali e appartenenti ai principali gruppi animali e vegetali, provenienti da importanti giacimenti italiani ed esteri, sono collocati all’interno di teche appositamente progettate, con corredo di materiale esplicativo che permette di capire connessioni logiche e storiche di quanto esposto e secondo un criterio cronologico con sviluppo progressivo, dall’Era Paleozoica al mondo attuale. Disegni relativi ai piani strutturali degli organismi accompagnano i fossili, facilitandone la comprensione. Nelle vetrine, i reperti vengono presentati per gruppi sistematici, anche se di diversa età, allo scopo di evidenziarne le caratteristiche morfologiche, le diverse tipologie e le varie condizioni di fossilizzazione. La Terra è prevalentemente ricoperta dall’acqua e gli oceani, così come i continenti, nascono, si trasformano e muoiono: questo lento mutare ha accompagnato la nascita della vita cullata dall’acqua per miliardi di anni.
La chiave di lettura è stata quella di seguire, sull’onda dell’evoluzione geografica del Pianeta, le trasformazioni dei mari caratterizzati da scenari diversi per geografia, climi e faune differenti: il primo, il più antico, comprende un arco temporale che va da 550 a 300 milioni di anni fa, quello dagli antichi oceani giunge alla formazione del Pangea; il secondo va dalla frammentazione del Pangea alla formazione dei moderni oceani; il terzo copre gli ultimi 20-25 milioni di anni e descrive l’origine del Mediterraneo. Grandi pannelli illustrano questi eventi epocali: gli oceani primordiali e il relativo clima, la vita negli antichi oceani, la nascita degli oceani moderni e le condizioni climatiche, la vita agli albori dei moderni oceani, la tormentata storia del Mediterraneo, le forme di vita dalla Tetide al Mediterraneo. Anche se il tema principale trattato è quello della vita negli antichi mari, vengono esposti anche reperti di organismi vissuti sulle terre emerse, al fine di completare il quadro sulla stato dei popolamenti biologici (insetti, piante, rettili): pannelli, testi e iconografie ne illustrano l’evoluzione. I fossili esposti rappresentano i principali gruppi sistematici: trilobiti, brachiopodi, ammoniti, belemniti, coralli, gamberi e limuli, pesci paleozoici, mesozoici e cenozoici, bivalvi, gasteropodi, granchi, echinodermi, rettili, insetti, piante paleozoiche e cenozoiche, stromatoliti.