Dopo il successo dell’inaugurazione di sabato 16 dicembre, è possibile visitare ancora la mostra Espressioni d’arte dal XV al XVIII secolo fino a venerdì 22 dicembre 2017, presso lo spazio espositivo della Fondazione Pescarabruzzo (Corso Umberto I, 83, Pescara). La mostra, a cura di Loris Di Giovanni e Marco Vinicio Zonin, comprende una rassegna che si sviluppa su un arco temporale di quattro secoli, dal Trecento/Quattrocento al Cinquecento, fino al Seicento e Settecento. Uno spaccato cronologico che permette al visitatore di cogliere fin dal primo sguardo la diversità di stili, movimenti artistici e correnti di pensiero espressi nelle opere esposte. Quaranta in totale, che celano itinerari che si avviano dall’Abruzzo fino ad attraversare le regioni italiane per arrivare sino in Germania, Olanda e Francia. Seguendo il percorso concepito dai curatori, si parte con La Madonna del Popolo della prima metà del Trecento, riconducibile alla bottega del pittore senese Lippo Memmi, tra i più illustri seguaci di Simone Martini.
Si procede così verso la fase terminale della pittura medievale per arrivare alle pregevoli opere toscane cui spicca la replica di bottega della Madonna con Bambino, Santa Elisabetta e San Giovannino di Andrea del Sarto del Cinquecento.
Della seconda metà del XV secolo appartiene un dipinto su tavola, in legno di pioppo, attribuibile ad un artista di ambito di Piero Della Francesca, che raffigura un Giovane dignitario e sullo sfondo un paesaggio cui si intravedono colline e corsi d’acqua. Il XVI secolo è sicuramente il più rappresentato. Riguardo l’arte abruzzese del Cinquecento infatti è possibile mirare le opere attribuite a due artisti abruzzesi, entrambi di formazione artistica veneziana, la prima di Polidoro Lanzani noto come Polidoro da Lanciano Sposalizio mistico di Santa Caterina e la seconda, Visitazione della Vergine a santa Elisabetta di Antonio Solario detto lo Zingaro.
L’opera più affascinante è sicuramente Il Mostro marino o Ratto di Amymone dei primi anni del Cinquecento che si può attribuire ad Albrecht Dürer, artista tra i più rappresentativi del Rinascimento. Il dipinto, una tempera su tela di lino, raffigura una fanciulla rapita da un pesce-tritone mentre è intenta a fare il bagno lungo la riva di un fiume insieme ad altre fanciulle. La scena, tratta da un’incisione dello stesso artista del 1498, ha un carattere enigmatico e fortemente espressivo, il cui significato è controverso. L’artista ha volutamente scelto un impianto scenico che evidenzia il motivo principale, il nudo femminile reclinato, tema artistico ricorrente nella prima metà del Cinquecento, basti pensare alle composizioni quali la Venere dormiente del 1510 di Giorgione o la Venere di Urbino del 1537/38 di Tiziano. I nudi, poco frequenti nella società spagnola del tempo, anche perché interdetti dalla Santa Inquisizione, erano spesso presenti in alcuni settori della nobiltà di Madrid, volti a trasgredire certe convenzioni sociali. Il paesaggio sullo sfondo rimanda ad esempi italiani. Numerose le opere da visionare, appartenenti ad artisti stranieri e italiani, che nell’avvicendarsi dei secoli si riscontra una diversità anche dei temi trattati sempre più lontani da quelli teologici per lasciar spazio alle correnti naturalistiche e più filosofiche espressive del Rinascimento ed oltre.
Interessante a tal proposito La battaglia navale di scuola fiamminga del Seicento.
Pregevole, tra le sculture lignee esposte, quella di stile barocco ritraente la Madonna del Rosario, datata a inizi del Settecento, è attribuita alla bottega dello scultore genovese Anton Maria Maragliano e le sei placche del Settecento in maiolica di Castelli, con cornici dorate originali che narrano le storie del Vecchio Testamento ed episodi della vita dei Santi Andrea e Giovanni Evangelista.
È possibile visitare la mostra tutti i giorni fino a venerdì 22 dicembre con i seguenti orari: 10,30- 12,30 e 17,30-19,30, presso la Fondazione Pescarabruzzo (Corso Umberto I, 83, Pescara).
Ingresso gratuito.