ORSOGNA (CH) – Cantina Orsogna da sempre sensibile alle tematiche ambientali non poteva non cogliere la storia di questa portentosa creatura e ha scelto di contribuire, con un’adozione a distanza, a regalarle una vita dignitosa presso il rifugio Jill Phipps, che l’ha accolta per salvarla dall’abbattimento.
La forza di Tarosh ha profonde connessioni simboliche con uno dei vini più importanti della nostra cantina: il Coste di Moro, il vino Montepulciano d’Abruzzo DOP della linea biodinamica Lunaria. Non a caso, il toro è stato scelto come icona simbolo dell’etichetta del Coste di Moro. Il vino, come il toro, e come Tarosh, esprime una grande forza, intensa, che gli proviene dalle uve biodinamiche coltivate in terreni scoscesi e difficili, argillosi, secchi per la lunghissima insolazione. Il Coste di Moro, come i gli altri vini della linea Lunaria, è vegano ragione per cui bevendone un bicchiere siamo certi che nessun animale è stato soppresso per la produzione del vino e che non li abbiamo sfruttati depredandoli di latte e uova.
E’ accaduto in provincia di Cuneo che un toro in fila per la macellazione, terrorizzato dalla stessa angoscia dei suoi simili che andavano a morire, fosse riuscito, con un balzo straordinariamente agile per i suoi 7 quintali, a fuggire via e scampare a morte certa.
Proprio quell’istinto mai sopito alla vita selvaggia ha permesso a questo animale di scappare e di restare nascosto in una macchia di vegetazione nei pressi di un corso d’acqua senza essere trovato per ben 15 giorni, e di costruirvisi perfino un rifugio.
Il toro, a un certo punto, ha ceduto al bisogno di socialità e ha avvicinato una mandria di mucche in un pascolo, dove è stato notato e segnalato alle autorità.
Nel frattempo, i volontari di un’altra no-profit animalista, il Piccolo Santuario di Nama, hanno fornito il proprio supporto al Rifugio Phipps lanciandosi nella ricerca giorno e notte, per precedere le forze dell’ordine ed evitare che riportassero la creatura al macello o addirittura la eliminassero a vista.
Il toro spaventato è riuscito a fuggire una seconda volta dalla mandria che aveva avvicinato, ma la sera stessa è stato poi avvistato e recuperato dai volontari che, con il consenso del proprietario, lo hanno sedato e messo in sicurezza in una stalla vicina.
Durante il periodo di stallo un esperto allevatore di origine albanese si è particolarmente affezionato a questo animale a suo giudizio dotato di una bellezza e una agilità fuori dal comune, e ha voluto dargli il nome di Tarosh, che nella sua lingua di origine è appunto un vezzeggiativo per “toro”.
Oggi Tarosh vive una vita piena e felice presso il Rifugio di Phipps, pienamente inserito tra i suoi simili in un contesto di rispetto e amore.