testo di Ivan Masciovecchio.
Mostre ed esposizioni di artigianato artistico, musica e spettacoli circensi, premi letterari, concorsi enologici, gruppi folkloristici, degustazioni enogastronomiche e la consueta e colorata sfilata di carri allegorici a chiudere l’evento. Con un ricco e variegato calendario di appuntamenti festeggia la 50esima edizione il Revival dell’Uva e del vino Montonico, in programma nel centro storico di Bisenti (TE) da giovedì 3 a domenica 6 ottobre.
Organizzata dalla Pro Loco Lido Panzone in collaborazione con altre associazioni del territorio e con il patrocinio dell’amministrazione comunale, la kermesse riconosciuta Sagra di Qualità dall’Unione nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI) richiamerà nella Val Fino enoappassionati e addetti ai lavori da ogni angolo d’Abruzzo e fin oltre i confini regionali, per quattro giorni di divertimento consapevole e assaggi conviviali.
Tra gli incontri più interessanti, l’inaugurazione di Camminarte 2024 (venerdì 4 ottobre) con la mostra Tris d’arte: Brandimarte, Notturno, Mattucci, a cura della restauratrice Valentina Muzii; il convegno Il Montonico come volano per la promozione del territorio (sabato 5 ottobre) al quale parteciperanno, tra gli altri ospiti, i sindaci del comprensorio e il presidente del GAL Gran Sasso Laga, Carlo Matone; la consegna del Premio Montonico per il miglior racconto inedito (sabato 5 ottobre), a cura della casa editrice Il Viandante; il Concorso enologico F. Valente dedicato alla migliore espressione di Montonico proposta sia nella versione ferma, sia spumantizzata (domenica 6 ottobre), a cura della Federazione Italiana Sommelier (FIS). Info dettagliate sul programma cliccando QUI.
Avviata inesorabilmente verso una sostanziale estinzione anche a causa di scelte scellerate che hanno portato alla sostituzione con altre varietà, dal 2015 l’uva Montonico fa parte dei 20 prodotti abruzzesi tutelati dal marchio dei Presìdi Slow Food. Tradizionalmente utilizzata in aggiunta alla vinificazione nella realizzazione di aceto, mosto cotto e confetture, si presenta con un grappolo di taglia grande e dalla forma allungata, quasi cilindrica, con acini grossi, rotondi, dalla buccia compatta di colore giallo-verdognolo.
Conosciuto fin dal 1615 con il nome di Montenego – come riporta una fonte del Catasto Onciario dell’epoca – il Montonico è diffusamente presente nel resto d’Abruzzo fino agli anni ’60. Nnel tempo l’areale di produzione è andato via via restringendosi, concentrandosi in gran parte in questa porzione della provincia di Teramo dalle condizioni pedoclimatiche apparentemente poco felici. Grazie alle sue innate doti di adattamento, ha comunque trovato qui il suo habitat naturale e un’identità propria, risultando altresì piuttosto prolifico – soprattutto in termini di uva da tavola – e rappresentando di conseguenza per secoli un’importante fonte di sostentamento per le popolazioni locali, considerata anche la sua capacità di resistere bene all’appassimento.
Diverse le aziende agricole attualmente coinvolte nel recupero della preziosa varietà autoctona, dalle due realtà bisentine guidate dai giovani Francesca Valente e Matteo Ciccone, alla cantina La Quercia di Morro d’Oro, impegnate nella produzione di bottiglie proposte spesso e volentieri anche nella versione spumantizzata, essendo l’uva particolarmente vocata a causa della sua bassa dolcezza e alta acidità, come ben sapevano le truppe napoleoniche che a fine ‘700 occupavano stabilmente queste terre tanto da chiamare l’uva – narrano le leggende – le petit champagne; e come dimostrato principalmente già una ventina d’anni fa da una serie di test compiuti dal prof. Leonardo Seghetti insieme a mastro Ciccillo, il nonno di Francesca Valente, autentico sperimentatore di bollicine ante litteram, fondatore della locale cooperativa e ideatore del revival.
È grazie alla sua opera di valorizzazione e promozione se Bisenti e il suo storico vitigno possono rivendicare oggi a gran voce il proprio ruolo all’interno del panorama ampelografico regionale. Proseguendo idealmente nel solco dell’insegnamento da lui tracciato, nel dicembre 2021 in pieno centro cittadino è stato inaugurato anche il Museo del Montonico all’interno del quale si possono osservare documenti storici sia in formato cartaceo, sia multimediali, oltre a pezzi da collezione come bottiglie risalenti ai primi anni Settanta – dove sulle etichette si trova scritto Vino Montonico Uva d’Oro dei Colli Bisentini e di Poggio delle Rose – e un torchio a vite del XVIII secolo. Un luogo da non perdere per chiunque voglia saperne di più su questa eccellenza d’Abruzzo che «…non si può lasciare sulle viti fino alla sua matura perfezione, perché essendo buono da mangiare e conservandosi assai pe’ il verno, viene rubbato, non fa vino dolce, ma saporito…», come raccontano le parole del 1644 attribuite allo studioso bolognese Vincenzo Tanara e riportate su un manifesto esposto nel museo.