Torniamo a Bisenti, per riprendere le fila di un racconto, in bilico tra storia e leggenda, tramandato di padre in figlio per secoli e riguardante i misteriosi natali di Ponzio Pilato, l’uomo che Dante descrisse come “colui che fece per viltade il gran rifiuto”, lasciando Gesù al suo destino di crocifissione
testo di Maria Orlandi,foto di Maurizio Anselmi
Un uomo che si trovò a ricoprire il ruolo di governatore della Giudea in un preciso momento storico, per disegno divino certamente ma, sembrerebbe, anche per le sue origini, come sostenuto da Graziano Paolone, storico di Bisenti (Te) da sempre interessato a questo personaggio.
Paolone racconta così la storia delle origini di Pilato: “I Ponzi erano una famiglia di militari e tra di essi vi era Ponzio Aquila che aveva partecipato alla congiura delle Idi di Marzo contro Giulio Cesare; alla restaurazione dell’impero i Cesaricidi appartenenti a famiglie nobili, non potendo essere uccisi, vennero mandati al confino e i Ponzi furono esiliati nella colonia romana di Bisenti. Qui però, già prima dell’arrivo dei Ponzi, si era insediata una comunità composta da Filistei, Amorrei, Ebrei, come confermano i documenti redatti dagli agrimensori che chiamavano questa zona Palestina Piceni. In quest’area dell’Abruzzo, infatti, si parlava l’aramaico e si praticavano quelle tradizioni simil-giudaiche la cui conoscenza avvantaggiò Pilato nella nomina a governatore della Giudea”.
Pilato, ma anche Longino di Lanciano, il soldato romano che seguì il triste epilogo della vita di Gesù e ne divenne testimone di fede, erano due militari della stessa legione inviati in Giudea perché ne conoscevano le tradizioni e la lingua, ma erano anche due uomini che una volta tornati in patria avranno probabilmente raccontato ciò che avevano visto e vissuto. “È allora possibile – prosegue Paolone – che il primo Cristianesimo, la prima Chiesa siano nati proprio qui in Abruzzo. Non è un caso, forse, che il Volto Santo sia custodito a Manoppello”.
Un’ipotesi senza dubbio affascinante che trova concordi l’ingegnere Angelo Panzone, editore del libro di prossima pubblicazione che tratterà del legame tra Pilato e Bisenti, l’artista Antonio Olivieri, illustratore del testo, e il presidente del Corecom Abruzzo Filippo Lucci. Un gruppo di lavoro affiatato che ha recentemente incontrato il regista catalano Francisco José Fernandez, impegnato nella realizzazione di un cortometraggio sulla figura di Ponzio Pilato. Il film, che avrà come location principale proprio Bisenti, si concentrerà sulla storia intima di Pilato, focalizzandosi sui suoi ultimi giorni di vita e sul momento in cui, nelle sequenze immaginate dal regista, egli potrebbe aver compreso la gravità degli atti compiuti. Le scene principali saranno girate in località San Pietro, dove il panorama abbraccia montagna, collina e mare, rivelando l’intera geomorfologia del territorio abruzzese. Una varietà di paesaggi che, con la partecipazione a festival ed eventi cinematografici, potrà essere mostrata ad un pubblico inedito, rappresentando una grande opportunità di promozione per il territorio abruzzese. Durante l’incontro il regista, guidato dal gruppo di studiosi, ha visitato Bisenti e approfondito la trama di indizi, disseminati in tutto il paese, che riguardano le origini di Ponzio Pilato, a partire da quella che la tradizione suole indicare come la sua dimora natia; la casa che c’è adesso non è di origine romana, ma l’impianto sembra essere quello di un’antica villa patrizia romana, con l’impluvium al centro che è anche il pozzo del qanat situato in località Fonte Vecchia. Il qanat, sistema idrico di origine mediorientale, costituisce un’importante testimonianza del passaggio a Bisenti di popoli provenienti da quei territori.
Ma è nella chiesa di Santa Maria degli Angeli gemella di Santa Maria del Ponte a Lanciano, che, secondo quanto sostenuto dal team di Paolone, si trova la più alta concentrazione di indizi circa i natali di Pilato e, in parallelo, del soldato Longino.
“Questi due edifici, seppure molto diversi esternamente, sono quasi gemelli all’interno come i due personaggi, Pilato e Longino, che hanno vissuto entrambi con ‘ruoli’ differenti il dramma della Passione di Gesù” – spiega Graziano Paolone. Di particolare interesse sono gli affreschi posti nei tre medaglioni delle rispettive cupole: tutti ugualmente attribuiti alla mano dell’artista Giacinto Diano e raffiguranti alcuni eventi biblici che sembrano custodire significati occulti riguardanti Pilato e Longino.
Gli affreschi di Santa Maria degli Angeli a Bisenti che raffigurano “la cacciata dal tempio di Eliodoro”, “Ester e Assuero” e “il miracolo dell’acqua di Mosè” offrirebbero una narrazione simbolica di fatti riguardanti la figura di Pilato: come Eliodoro, anche Pilato attentò ai soldi del Tempio e come Ester, il cui nome significa “nascondere”, sembrano dover rimanere misteriose le origini di Pilato che, infine, come Mosè nel miracolo dell’acqua, vacillò nel processo contro Gesù e scelse di lavarsene le mani, compiendo il famoso gesto: un momento di incertezza per il procuratore romano, assalito dai dubbi, resi più pesanti dai sogni della moglie.
Gli affreschi di Santa Maria del Ponte a Lanciano, che rappresentano “Davide che consegna a Salomone la pianta del Tempio”, “Ester e Assuero” e “Dedicazione del tempio” potrebbero invece narrare alcuni momenti della vita di Longino. Egli infatti, come Davide dopo aver causato la morte di Uria, si pentì ai piedi della croce e si convertì, e anche le sue origini sono avvolte da mistero, celate come quelle di Ester presso Assuero, infine come Salomone che costruì il Tempio terreno di Dio, Longino con la sua predicazione contribuì alla riedificazione del “Tempio dello Spirito”.
È un percorso affascinante, ma pieno di ostacoli, quello che conduce sulle tracce delle origini di Pilato. Un cammino che riserva continue sorprese e in cui, per andare avanti, è indispensabile credere che la storia, quella abruzzese, possa essere in parte riscritta, consegnando al mondo risposte a domande a lungo rimaste senza spiegazione.