testo di Ivan Masciovecchio.
«Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale». Così Gabriele d’Annunzio nel Trionfo della morte introduce per la prima volta il lettore al Trabocco del Turchino, che solo in epoca moderna prenderà questo appellativo proprio ispirato da un personaggio presente nella tragedia che il Vate ambientò e scrisse – in parte – a San Vito Chietino.

Luogo dannunziano per eccellenza, quindi, insieme al vicino eremo ed al suggestivo promontorio, spinto da ben 20.077 voti popolari nel 2018 ha conquistato il primo posto in Abruzzo e il 14esimo nella classifica generale – ma posizionandosi primo a livello nazionale nella speciale graduatoria dei luoghi d’acqua – nell’ambito della campagna I Luoghi del Cuore organizzata dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa San Paolo, grazie alla quale il comune di San Vito Chietino ha ottenuto un finanziamento di 20.000 euro che, in aggiunta ai 5.000 euro stanziati direttamente, ha consentito la realizzazione di un progetto di recupero avviato nell’autunno 2021 e terminato nei giorni scorsi dopo aver sopportato alcuni ritardi dovuti anche alla ben nota emergenza Covid.

Lavori resi necessari a causa di un precedente intervento portato avanti dopo il crollo avvenuto nel luglio 2014 ma che in parte aveva snaturato le caratteristiche del trabocco, vero e proprio elemento identitario del paesaggio marino del tratto meridionale della costa abruzzese, uno degli undici – sui 32 in totale – per i quali la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo nel 2019 ha avviato il procedimento per chiederne la tutela non monumentale ma etno-antropologica da parte del Ministero della Cultura al fine di garantirne la corretta conservazione e la giusta valorizzazione. «Risultato dell’ottimizzazione di forme, strutture e uso dei materiali locali rispetto alle specifiche condizioni ambientali e tecniche, il Trabocco del Turchino rappresenta uno degli ultimi esempi di genius loci ancora osservabile – ha dichiarato la prof.ssa Maria Cristina Forlani, consulente scientifico del progetto di recupero –. Purtroppo la maggior parte degli altri esemplari oggi risponde ad esigenze diverse, essendo divenuti nel tempo dei veri e propri edifici su palafitte e non più trabocchi, che rischiano di trasformare completamente l’immagine della costa. Per questo – ha concluso –, grazie anche al coinvolgimento di altre categorie come speleologi e sub, si potrebbe creare una scuola di traboccanti magari per costruirne di nuovi, tramandando l’immagine originaria ed utilizzando al contempo materiali locali».

Unico di proprietà comunale insieme a quello di Punta Le Morge a Torino di Sangro, il Trabocco del Turchino svolge la funzione di promozione paesaggistica e culturale del territorio. Viene concesso in uso a soggetti pubblici e privati per attività didattiche, conferenze e convegni, manifestazioni culturali, artistiche, scientifiche ed educative, nonché per celebrazioni di matrimoni, servizi fotografici e piccole degustazioni di prodotti enogastronomici. Come quelle organizzate durante l’estate appena passata dalla cantina Colle Moro di Frisa (CH), meritoriamente impegnata anche nelle spese di ordinaria manutenzione.

E di conservazione ha parlato soprattutto l’architetto Marcello Borrone, coinvolto al pari della prof.ssa Forlani nell’intervento di recupero «che ha contribuito a ricostituire l’immagine autentica del trabocco attraverso il ripristino dei sottoservizi che lo caratterizzano, dall’irrigidimento della passerella e del piano pesca al rafforzamento del sistema fondante formato da scogli, binari di ferro e pali di acacia, fino al riposizionamento delle antenne. Oggi il Trabocco del Turchino è sicuramente più completo e concettualmente più vicino all’originale. Assume un valore sistemico perché ci consente un confronto tra quello che è stato e quello che stanno diventando o sono diventati i trabocchi, fungendo da parametro tra tradizione ed innovazione. Purtroppo – ha concluso – a causa dell’aumento dei prezzi non è stato possibile portare a termine tutto il progetto di restauro. Sarà quindi necessario proseguire nel reperimento di altri fondi da impiegare anche nella manutenzione contro le mareggiate che nel tempo ci saranno».
A tal proposito Roberto Di Monte, presidente regionale FAI Abruzzo e Molise, ha esortato i cittadini a «mantenere alta l’attenzione sui propri luoghi del cuore e ad amare il territorio nel quale si vive. Attraverso la nostra campagna cerchiamo di contribuire alla sensibilizzazione della popolazione sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico di tutta l’Italia avendo garantito, dalla prima edizione ad oggi, il varo di 139 interventi grazie alla fattiva collaborazione con le istituzioni». L’undicesima edizione del censimento sui Luoghi del Cuore è attualmente in corso. Fino al prossimo 15 dicembre sarà possibile votare all’indirizzo www.iluoghidelcuore.it oppure utilizzando i moduli cartacei scaricabili dal sito.