Una sontuosa corona di montagne, quasi un anfiteatro naturale, accoglie il visitatore che si reca al Santuario di San Gabriele, nei pressi di Isola del Gran Sasso. Le imponenti vette sembrano voler proteggere l’anima del giovane Santo volato in cielo troppo presto, come ad abbracciare la vecchia basilica, il convento, la moderna chiesa e i tanti devoti che ogni giorno vi giungono in preghiera
di Roberta di Renzo
Ai piedi delle montagne del Gran Sasso teramano, nel piccolo Convento, trascorse gli ultimi due anni di vita il giovane Francesco Possenti, entrato nel noviziato dei Passionisti con il nome di Gabriele, in onore della vergine Maria. Figlio di un avvocato, dedito inizialmente a una vita mondana di agi e divertimenti, si consacrò alla vita religiosa nel 1856, a soli 18 anni: dopo una miracolosa apparizione della Vergine, entrò nel convento dei Passionisti a Morrovalle, nei pressi di Macerata. La sua fu una vita semplice, senza imprese eroiche, ma caratterizzata da una forte e continua devozione nei confronti di Maria. Morì di tubercolosi nel 1862, a ventiquattro anni, proprio nel convento di Isola. Conobbe fama trent’anni dopo la morte, quando in occasione della ricognizione delle sue spoglie si verificarono prodigi e guarigioni tra i fedeli lì accorsi.
Da quel momento si avvicendarono i vari riconoscimenti ufficiali da parte della Chiesa: nel 1908 venne dichiarato Beato da Pio X; nel 1920 fu proclamato Santo da Benedetto XVI; nel 1926 divenne Compatrono della Gioventù Cattolica Italiana; nel 1959 Giovanni XXIII lo dichiarò Patrono d’Abruzzo, un “titolo” che è anche testimonianza della popolarità e del legame tra il Santo e la popolazione aprutina (ma in realtà nacque ad Assisi, e a soli quattro anni si trasferì a Spoleto con la famiglia).
Un caso strano, forse una coincidenza, vuole che i luoghi “toccati” dalla vita di Gabriele siano legati anche al passaggio di San Francesco d’Assisi. I due Santi, omonimi nel nome di battesimo, sono accomunati dalla città natale e dalla Chiesa di San Rufino, dove entrambi ricevettero il sacro Battesimo, seppur a qualche secolo di distanza. Ancora più curioso è il fatto che San Francesco passò nel 1215 per Isola del Gran Sasso, dove l’anno successivo sarebbe iniziata la costruzione del convento che accolse Gabriele dal 10 luglio 1859 fino alla morte.
Secondo la leggenda, nel 1215, al termine del Concilio Lateranense IV, San Francesco e il Vescovo di Penne si recarono in visita nella Valle Siciliana (così chiamata sin dall’antichità per la lunga presenza dei Siculi tra il 1200 e l’800 a.C) per pacificare alcune famiglie in lite a causa di una questione di confine (qui, fra l’altro, trovò una piccola edicola campestre dedicata all’Annunziata). Nel 1216, sul confine contestato, iniziarono i lavori per la realizzazione di una piccola sede francescana da erigere come “monumento di pace”. Nel corso del XVI secolo i Conventuali ristrutturarono e abbellirono sia il convento che la Chiesa dell’Annunziata, intitolata nel frattempo dell’Immacolata. Il Convento fu abbandonato più volte dai Francescani: nel 1652 per intervento di Papa Innocenzo X, nel 1809 ad opera di Giuseppe Bonaparte, nel 1866 per il decreto del nuovo Governo Italiano ed infine nel 1882; fu poi definitivamente riaperto nel 1894. Nel frattempo era stato restaurato dal Vescovo di Penne, Monsignor Domenico Ricciardoni, e donato ai passionisti nel 1847.
Nel 1908, in occasione della beatificazione di San Gabriele, l’antica chiesetta, che misurava circa 12 metri, fu ingrandita e portata alle attuali tre navate. Contemporaneamente fu realizzata dall’orafo romano Giulio Galli la statua di San Gabriele, in seguito dipinta dal pittore isolano Francesco Tartagliozzi. Nel 1917 venne realizzata l’urna del Santo in bronzo dorato e in raffinato stile gotico, da collocare sotto il nuovo altare donato dalla Curia Generale dei Passionisti. Nello stesso anno fu terminata la Cappella dedicata al Santo, iniziata nel 1914 e inaugurata il 22 febbraio 1920. In elegante stile gotico inglese, la Cappella costituisce un vero capolavoro di arte sacra, sia per i temi svolti che per la straordinaria finezza di esecuzione e per la policromia. Per i festeggiamenti in occasione della santificazione, avvenuta il 13 maggio 1920, sul transetto della Chiesa fu eretta la Cupola e, nel 1929, il prospetto si arricchì di una nuova facciata caratterizzata da colonne di granito rosa. Il 1° luglio 1929 la Chiesa ottenne il titolo di Basilica dal Pontefice Pio XI. All’interno della Chiesa si possono tuttora ammirare diverse opere d’arte: nell’abside una bella “Ascensione di San Gabriele”; a un lato dell’altare maggiore un “San Paolo della Croce”; sulla volta quattro “Virtù Cardinali” del pittore romano Ugo Scaramucci. L’antica Chiesa e il Convento sono attualmente meta di circa due milioni di pellegrini all’anno, quando fedeli di ogni età vanno alla ricerca della spiritualità che ancora pervade i luoghi del Santo. In primis, il chiostro dell’antico Convento – con al centro il pozzo di San Francesco scavato nel 1216 – e un lucernaio che copre la cisterna di acqua piovana, da cui ogni giorno San Gabriele attingeva per i suoi fiori. O ancora la cameretta del Transito, abitata dal Santo negli ultimi mesi e nella quale San Gabriele morì il 27 febbraio 1862, e dove si conservano parte del tavolo e del pavimento occupati dal Santo nell’antico refettorio (situato al piano inferiore); e poi il Coro (o cappella interna) del 1853, dove San Gabriele pregava giorno e notte insieme alla comunità: qui gli arredi sono rimasti gli stessi del tempo del Santo (le quattordici immagini della Via Crucis e i banchi, in noce con intarsi di olivo, opera del passionista Fra’ Saverio). Sopra l’altarino c’è una statua dell’Addolorata, di cui lo stesso Gabriele rassettò il vestito come oggi si conserva.
I riscontri e i riconoscimenti che San Gabriele dell’Addolorata e il “suo” Convento hanno ricevuto da parte della Chiesa e dei vari Pontefici dal 1892 ad oggi, comprovano la popolarità del Santo nel mondo. I testi religiosi e le biografie (ufficiali e non) ne parlano come del Santo dei miracoli, del sorriso e della gioia, ma soprattutto come il Santo dei giovani. In occasione dei “cento giorni all’esame di maturità”, nel piazzale antistante il Santuario si riversano infatti gli studenti del quinto anno delle scuole superiori abruzzesi e marchigiane. E l’ultima domenica di agosto vi giungono da tutto il mondo circa settemila ragazzi per la Tendopoli-Festa dei giovani: si tratta di uno degli eventi più importanti organizzato dai Padri Passionisti del Santuario, un vero e proprio meeting religioso fatto di incontri, conferenze, preghiera e testimonianze di fede. La Tendopoli di San Gabriele, giunta alla 19° edizione, si è imposta a livello nazionale come una delle principali manifestazioni giovanili. Il Santuario è inoltre dotato di un Centro di Spiritualità gestito dai Passionisti ed ospita gruppi per esercizi spirituali, ritiri, convegni, incontri di preghiera. A favorire la conoscenza del Santo del mondo contribuisce un periodico fondato nel 1913 dagli stessi Passionisti del convento isolano, “L’Eco di San Gabriele”, oltre che un moderno strumento di divulgazione, vale a dire il sito internet www.sangabriele.org.