testo di Ivan Masciovecchio.
«Avevamo seguito la rotta degli Alisei per trovare il vento che ci avrebbe portato verso la nostra isola e ormai filavamo verso di essa». Ispirata dalle evocative parole di Robert Louis Stevenson nel suo memorabile “L’isola del tesoro” e dalla figura di Corto Maltese a guardia dei trabocchi, la quarta edizione del festival delle Arti, dei Linguaggi e delle Letterature dell’Adriatico ha visto la scorsa domenica 27 giugno un variegato popolo di scrittori, giornalisti, editori, professori universitari, artisti e soprattutto sognatori ritrovarsi insieme nell’incanto del borgo dell’Acquabella ad Ortona (CH) per ascoltare e perdersi tra storie di isole lontane – eppure sentimentalmente vicinissime – e tesori naturali da proteggere dalle incursioni di pirati contemporanei, ben più pericolosi e famelici dei predatori del passato.
Ideato, realizzato e curato con amorevole impegno e passione da Piero Caruso e Barbara Pambianchi del centro di educazione e formazione San Giorgio Scuola di Pescara con il supporto dei loro figli e di una serie di meritevoli sponsor privati, l’evento si è aperto nel ricordo di Fabrizia Arduini, volto storico dell’ambientalismo locale, presidente del WWF della zona frentana e della costa teatina, prematuramente scomparsa nell’estate 2020 a causa di un male incurabile. Per celebrare il suo «impegno quotidiano a tutela del creato», il prossimo giovedì 15 luglio al Castello Aragonese di Ortona sarà presentato un suo libro di poesie e disegni con la contestuale esposizione di altre sue opere d’arte.
In un’atmosfera di piacevole quiete nonostante la canicola estiva, di tempo sospeso e di pensieri condivisi, l’incontro ha visto gli scrittori Stefano Medas (Il testimone, ed. Mondadori), Fabio Fiori (Isolario italiano, ediciclo editore) e Lia Giancristofaro (Patrimonio culturale immateriale e società civile, ed. Libreria universitaria) presentare le loro ultime opere supportati dai suoni e dalle letture dell’attore Marcello Sacerdote, navigante (e naufrago) di storie e strumenti musicali, accompagnatosi per l’occasione da tamorra (tamburo), ddù botte (organetto diatonico) e scupine (zampogna).
Con il cuore contento si è quindi arrivati alla consegna, inaspettata per lui, del premio Colle Moro 2021 al sindaco di San Vito Chietino Emiliano Bozzelli per il suo impegno nella tutela del territorio amministrato dalle mire speculative di imprenditori privi di scrupoli che vorrebbero edificare ovunque e senza limiti, compromettendo ulteriormente un luogo fragile e naturalisticamente tutelato dalla presenza di diverse riserve naturali regionali comprese a loro volta – è bene non dimenticarlo mai – all’interno del Parco nazionale della Costa Teatina, istituito sulla carta nel lontano 2001 ed in attesa da ben cinque anni della firma del decreto di attuazione.
«Un grande sindaco lasciato però solo nelle sue battaglie – come ha ricordato Pierluigi Vinciguerra, presidente di Italia Nostra della sezione di Lanciano –, senza il sostegno degli altri primi cittadini della zona, che continuano a pensare che cementificando si risolvano i problemi del turismo e dell’economia, ma non è assolutamente così».
Un grido di dolore condiviso da gran parte dei presenti che considerano anche la Via Verde della Costa dei Trabocchi in corso di completamento come un’occasione sprecata ed un richiamo per potenziali speculatori poco interessati al destino del bene comune. A conclusione del lungo pomeriggio, dal giardino dell’Acquabella ormai in ombra, comunque nessuno ha manifestato l’intenzione di abbassare la guardia, impegnandosi semmai ancora di più nella tutela della bellezza, della natura e del mare d’Abruzzo, per consegnarli a chi verrà dopo di noi possibilmente migliori di come li abbiamo trovati.