Nello scenario unico creato dai dolci declivi della Valle Siciliana e dagli aspri monti appenninici, nel cuore del Parco nazionale e a due passi da Isola del Gran Sasso d’Italia, c’è il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata
testo di Chiara Di Giovannantonio, foto di Maurizio Anselmi
Moderno centro di attrazione turistica, per via dell’interesse religioso che ogni anno richiama quasi due milioni di pellegrini, si compone delle due basiliche dedicate al Santo. La più antica, di stile neoclassico, fondata sui resti di un convento francescano del 1215, è stata restaurata solo nel 1908, anno di beatificazione del suo patrono. Ancor prima di entrare, si possono ammirare sulla facciata dei bellissimi mosaici che raffigurano Gabriele in tre diversi momenti, mentre è avvolto nella gloria del Paradiso, nell’istante in cui riceve la chiamata della Vergine e quando la stessa gli appare sul letto di morte.
Varcata la soglia, l’occhio corre subito all’Altare maggiore, a fianco del quale si trova il sepolcro del Santo che aveva speso qui gli ultimi due anni della sua vita. Morto a soli 24 anni di tubercolosi, il giovane originario di Assisi, dove era nato il 1 marzo del 1838, si era rivelato da subito cagionevole di salute, ma non aveva mai manifestato minor passione per la vita. Fattosi frate a diciotto anni, aveva volto la sua devozione alla Madonna dell’Addolorata, come testimonia l’effige di metallo posta sotto l’altare in cui il Santo è raffigurato mentre giace morente con stretta tra le mani l’immagine della Vergine. Ne è ulteriore riprova la statua di Maria, ancora visibile nel coro, che aveva personalmente restaurato. Interessante risulta anche la Stanza della Transizione, la cappella in cui San Gabriele aveva speso gli ultimi momenti di vita, prima di lasciare le spoglie terrene. Sempre nella vecchia basilica, al piano superiore, si può visitare la suggestiva Sala dei Doni, un intero androne dedicato alla raccolta degli ex voto devoluti dai fedeli al santuario come ringraziamento per i miracoli ricevuti e le risposte ottenute alle ferventi preghiere. Nello stesso livello sono presenti un museo che contiene numerosi cimeli della vita del Santo e un negozio di articoli religiosi.
Per far fronte al sempre più grande numero di devoti che giungono al santuario, negli anni ’70, sulla scia del vento riformatore promosso dal Concilio Vaticano II, è stata edificata una nuova basilica di stile moderno. Dotata di grandi vetrate colorate di indubbio valore artistico, ospita al suo interno un’ampia area dedicata alle confessioni, oltre che un museo con diverse opere incentrate sulla Passione di Cristo. Capace di accogliere fino a diecimila visitatori, è qui che in estate vengono trasferite le spoglie del Santo. Infatti, è proprio nella bella stagione che ha luogo una delle manifestazioni che richiama migliaia di giovani da tutt’Italia. Nell’ultima settimana di agosto, i ragazzi si accampano nei pressi del santuario per cinque giorni – che passano tra canti e preghiere, conferenze e funzioni liturgiche – dando vita ad una vera e propria tendopoli. Questo, però, è solo uno degli appuntamenti annuali che interessano il santuario. Si può cominciare proprio dalla celebrazione forse più significativa, quella che si svolge il 27 febbraio in ricordo della morte del Santo, al secolo Francesco Possenti, avvenuta nel 1862, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario.
Si prosegue con un altro raduno giovanile intorno alla metà di marzo quando esattamente “cento giorni” prima degli esami di maturità centinaia di studenti di Marche e Abruzzo si recano al santuario per partecipare alla messa e per far benedire le penne con cui sosterranno le prove scritte. Ultimo, ma non ultimo, è il Giorno del Malato, che si tiene il secondo sabato di settembre e che vede protagonisti un altro cospicuo numero di fedeli, richiamati dal particolare legame che percepiscono con San Gabriele, in virtù delle sofferenze da lui affrontate in vita. Non stupisce quindi che il santuario del protettore di giovani e studenti, il Santo che ascolta e risponde prontamente ai devoti che chiedono la sua intercessione, risulti più che mai vivo dopo un secolo e mezzo.