È dedicato a San Flaviano uno dei monumenti religiosi più importanti e simbolici della città di Giulianova. L’imponente duomo sorge nel caratteristico centro storico cittadino, sviluppatosi nel corso dei secoli sul dorso di un’altura da dove si scorge la costa adriatica.
A testimonianza dell’autorità spirituale
di Alessandra Angelucci
Secondo le fonti storiche il duomo fu realizzato nel decennio 1472-1481 seguendo inizialmente il progetto di Francesco di Giorgio Martini, famoso architetto e trattatista del Rinascimento, dalle cui idee iniziali, però, ci si distaccò, apportando modifiche al disegno originario. Come arriva, dunque e in quale epoca si diffonde a Giulianova il culto di San Flaviano? Secondo una leggenda, le spoglie del Santo vennero imbarcate per volere dell’imperatrice Galla Placidia per essere inviate a Ravenna.
Durante il tragitto in mare, la nave, forse dopo una tempesta, approdò senza equipaggio sulla costa di Castrum Novum Piceni, l’odierna Giulianova, che da quel momento prese il nome di Castel San Flaviano. Sulle sponde venne costruito un grande tempio dedicato al Santo patriarca e i suoi resti vennero collocati in un’arca di marmo.
All’arricchimento del tempio, oggi non più esistente, contribuirono personaggi illustri come Carlo Magno.
Attualmente le ossa del patriarca riposano a Giulianova, in luogo sicuro, in una cassetta-reliquiario d’argento, lavorata a sbalzo con indorature mentre è all’interno del duomo che da pochi anni è stata ricollocata, in tutto il suo splendore, la Statua del Santo, a seguito di un lungo restauro eseguito minuziosamente dall’artista locale Roberto Macellaro.
Con l’aiuto dei fedeli, infatti, è stato possibile donare alla statua, raffigurata secondo i parametri della liturgia latina, un nuovo e duraturo aspetto, anche grazie al contributo del maestro orafo Luigi Valentini, il quale ha provveduto a realizzare una nuova ferula, sorretta oggi dalla mano sinistra del Santo.
San Flaviano, dunque, è onorato sin dall’antichità e della città di Giulianova è patrono da secoli. Qui gli si tributa la festa il 24 novembre, giorno dell’arrivo delle spoglie secondo la leggenda. Dal punto di vista architettonico il corpo edilizio si impone nel tessuto urbano del centro storico; originariamente, infatti, grazie alla cupola coperta di tegole di maiolica azzurro-verde, costituiva un punto di riferimento per ogni cittadino o fedele che dalla costa o dalle limitrofe alture vi volgeva lo sguardo. La bellissima cupola, così come appariva nell’antichità, ammaliava con i suoi riflessi anche coloro che si trovavano lungo la costa, fino a molti chilometri di distanza.
Attualmente, l’intera struttura religiosa e la cupola sono circondate dalle moderne costruzioni, che impediscono un libero slancio verso l’alto come avveniva un tempo. Nonostante ciò, la cupola del duomo di San Flaviano continua a richiamare l’attenzione dei fedeli e dei passanti, lasciando spazio a bellissime vedute soprattutto al tramonto. Anticamente, però, la Chiesa doveva essere completamente libera in ogni lato e si stagliava imponente sul lato ovest di piazza Buozzi come simbolo dell’autorità spirituale, contrapponendosi all’autorità terrena, rappresentata sul lato est dal palazzo ducale. La particolarità dell’edificio, di origine quattrocentesca, è soprattutto dovuta all’impianto ottagonale che si presenta ai visitatori ancora uniforme ed integro in ogni sua parte.
La costruzione in tutta la sua magnificenza si mostra solida e maestosa, grazie alle mura poderose di oltre due metri che la innalzano e ad altri supporti, quali le lesene di rinforzo angolari, il giro di beccatelli e le caditoie a coronamento dei lati, che conferiscono all’organismo edilizio una veste simile a quella delle fortezze difensive medievali.
Come è possibile intuire, l’elemento che rende la Chiesa unica ed originale è la già citata cupola a calotta semisferica, precedente, secondo la tradizione, quella di San Pietro. Essa poggia su un tamburo ottagonale alto circa due metri con finestre ad ogni lato, al fine di aumentare la luminosità all’interno dell’edificio, venendo meno in tal modo all’effetto chiaroscurale che il Martini voleva creare.
L’ingresso non si trovava dove oggi è collocato: secondo il disegno riportato dai documenti archivistici, l’ingresso era situato sul lato che fronteggia piazza Buozzi, dove adesso si accede direttamente alla cripta, un tempo visitabile passando sotto la scalinata d’accesso principale. Il soffitto della cripta è di particolare interesse poiché offre agli occhi del visitatore una bella e caratteristica volta ad ombrello, che si sviluppa su arcate poggiate su otto pilastri. In questo modo si delinea una parte centrale separata da un ambulacro circolare perimetrale, in cui ancora oggi si notano particolari di bellissimi affreschi del Cinquecento: tra questi la Natività con i Magi e San Giovanni Battista che battezza Gesù. E’ proprio in questa cripta che nel 1478 vennero trasportate e conservate le spoglie del patriarca di Costantinopoli, San Flaviano, e quando l’edificio venne terminato nel complesso, il luogo fu destinato a funzioni meno solenni mentre il sottosuolo venne utilizzato per la sepoltura dei cittadini più abbienti e dei membri della confraternita del Rosario, nata intorno alla seconda metà del Cinquecento.
Entrando nel duomo è possibile ammirare ancora oggi delle pregevoli opere d’arte che conferiscono all’ambiente ancor più importanza, prime fra tutte le sculture dell’artista Venanzo Crocetti. Questo artista, di origine giuliese, pur trovandosi a lasciare presto la sua terra d’origine, rimase molto legato all’Abruzzo e per il duomo di San Flaviano realizzò il monumentale “Crocifisso” bronzeo dell’altare maggiore e la grande “Madonna col bambino e angeli” in pietra e marmo. Nella città di Teramo diverse sono le sue opere bronzee presenti: nel parco della Banca di Teramo sono esposte numerose sculture; nel parco dei Tigli è sito il complesso scultoreo, inaugurato nel 1972, avente per tema i Caduti di tutte le guerre; in piazza Orsini è collocata, su un piedistallo, la statua dedicata alla Maternità; nella facciata posteriore del duomo di Teramo è incastonato il bassorilievo che simula il portone d’ingresso, in realtà murato. Facendo di nuovo riferimento alla parte interna dell’edificio, a destra dell’altare maggiore si trova il battistero istoriato e l’opera in bronzo del Battesimo di Gesù dello scultore di Palestrina Francesco Coccia. Da notare anche l’altare in pietra che porta la firma dello stesso artista e che è sormontata da un pregevole gruppo in bronzo di tre figure quali Il Crocifisso, la Vergine e San Flaviano. Visitando il centro urbano di Giulianova è facile rendersi conto della bellezza di questa Chiesa che attualmente si mostra nella sua semplicità architettonica, a seguito dei restauri avviati dapprima nel 1926 e poi nel 1948 sotto la direzione dell’architetto Arnaldo Foschini. Questi interventi hanno alleggerito la spazialità degli interni, eliminando le presenze barocche al fine di conferire alla struttura linee armoniche e pulite, tipiche dei canoni architettonici quattrocenteschi. Di recentissima esecuzione è anche l’abbellimento della vicina Piazza Buozzi, che accoglie i visitatori in una veste tutta rinnovata e dignitosa per un centro storico.