testo e foto di Ivan Masciovecchio.
C’è un luogo a Milano dove per i prossimi sei mesi, tra un evento e l’altro, sarà possibile camminare sospesi su piante tropicali e frutti brasiliani, passeggiare all’interno di un autentico bosco austriaco, produrre energia elettrica dondolandosi su un tipico kiik estone, divertirsi e rilassarsi tra le attrazioni di un folle luna park olandese; uno spazio letteralmente straordinario, dove perdersi tra i profumi, i gusti ed i colori del mondo. Questo posto è l’Expo 2015 e dallo scorso primo maggio, dopo scandali, arresti, ritardi e polemiche, si è finalmente aperto alla città ed alla curiosità di chi vorrà visitarlo fino al prossimo 31 ottobre.
Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita è (stato) il tema scelto per questa edizione, la più grande di sempre – oltre 1,1milioni di metri quadri di estensione, più di 140 Paesi ed organizzazioni internazionali coinvolti – che ad una settimana dall’inaugurazione mostra ancora diverse criticità strutturali. Dei nove cluster (i padiglioni che ospitano Paesi diversi sulla base di identità tematiche e filiere alimentari come Cacao e Cioccolato, Caffè, Cereali e Tuberi, Frutta e Legumi), la grande novità di questa edizione, solo quello del Riso è stato ufficialmente inaugurato; quello dedicato alla biodiversità del Mediterraneo è sporco e mezzo allagato tanto che la Regione Sicilia vorrebbe abbandonarlo; sono in via di installazione panchine e segnaletica interna; nella zona del villaggio italiano lungo il Cardo sono ancora chiusi il padiglione di Confindustria e della Regione Lombardia, mentre quello dell’Unione Europea – la cui immagine è curata dall’agenzia pescarese Pomilio Blumm – aprirà solo oggi in occasione della festa dell’Europa; dentro Palazzo Italia; l’auditorium sarà disponibile solo da giugno.
Insomma, checché ne dica Matteo Renzi, all’interno del sito fieristico si continua a lavorare anche a cancelli ormai aperti. Archiviato il tempo delle cerimonie, la sfida vera ora sarà quella di coinvolgere il cosiddetto popolo dell’Expo – per forza di cose affascinato e distratto dalla forma scintillante dei padiglioni di questa sorta di Disneyland architettonica – sui temi sostanziali dell’evento, anche se da quello che si è visto nei primi giorni i visitatori ci sono sembrati sicuramente più interessati a come nutrire se stessi piuttosto che il Pianeta, sfiniti da file, lunghe distanze e selfie compulsivi.
Di seguito alcune immagini raccolte macinando chilometri su e giù lungo il Decumano e nelle aree laterali.