“I popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare l’ulivo e la vite”. Così racconta nel V secolo a.C. lo storico greco Tucidide nelle sue Historiae. Simbolo della pace e della fratellanza per eccellenza, l’olivo (o ulivo che dir si voglia) affonda le sue radici in Abruzzo più o meno attorno allo stesso periodo, adattandosi nel tempo alle diverse peculiarità geomorfologiche della regione, trovando quindi il suo habitat naturale nella fascia pedemontana e collinare delle province di Chieti, Pescara e Teramo, senza trascurare comunque alcune zone della provincia dell’Aquila particolarmente votate, come la Valle Roveto e la Valle Peligna.
Anche se quest’anno, purtroppo, l’annata non promette nulla di buono a causa dell’instabilità climatica e del conseguente attacco di parassiti, la condotta Slow Food di Chieti ha organizzato per sabato 5 novembre una visita presso l’azienda biologica Trappèto di Caprafico a Casoli, in provincia di Chieti. Ad accompagnare gli ospiti in questa sorta di esplorazione del gusto il titolare dell’azienda Tommaso Masciantonio e il dott. Bruno Scaglione, responsabile per l’Abruzzo e Molise della Guida agli Extravergini di Slow Food.
La visita partirà dall’oliveto per capire quali sono i presupposti necessari per realizzare un olio di alta qualità, per arrivare successivamente al frantoio dove si entrerà in contatto con le tecniche di lavorazione che permettono di mantenere inalterati sentori ed aromi del frutto. Seguirà infine una degustazione di oli ottenuti da diverse tipologie di olive, compresa la intosso, da pochi mesi riconosciuta Presìdio Slow Food.
Info e prenotazioni entro il 31 ottobre direttamente al fiduciario della condotta, Aldo Mario Grifone all’indirizzo slowfoodchieti@gmail.com