La chiesa parrocchiale, di origine romanica, rappresenta con i suoi tesori d’arte il fiore all’occhiello di Cellino Attanasio
Importante è la chiesa di origine romanica, del XIV secolo, di Santa Maria La Nova, la quale fu costruita a tre navate di cui una navata principale e due secondarie. Oggi sono conservate solo due. Il campanile, eretto sulle strutture di un torrione si conclude con una cuspide ispirata – come per altre opere – al modello del campanile del Duomo di Atri, discretamente conservati risultano anche il portale creato dallo scultore Matteo Capro da Napoli e il sovrastante rosone della facciata. Il portale è davvero imponente, le due statue alle estremità che rappresentano: da una parte la Vergine Annunziata e dall’altra l’Angelo annunziante, esprimono solennità e protezione. Le decorazioni floreali dei piedritti inoltre sono state eseguite con molta cura e precisione. Le mensole dell’architrave sono state scolpite con figure di uomo e di donna e i due leoni stilofori. Sul lato destro e sinistro il coronamento dell’ultimo arco, arricchiscono e impreziosiscono l’entrata nel Duomo. La lunetta del portale era anticamente affrescata mentre successivamente è stata posta una Annunciazione in ceramica. In alto è possibile ammirare un prezioso rosone con lo stemma dei duchi Acquaviva. All’interno è possibile vedere una colonna in pietra per il cero pasquale finemente ornata da grappoli d’uva, tralci di viti, agnelli alati e angeli. Inoltre l’eccezionale opera plastica del monumento funebre di Giovan Battista Acquaviva d’Aragona morto alla giovane età di quattordici anni, nel 1496, dà grande importanza al borgo di Cellino e offre ai cittadini quel sapore di storia che tanto li onorò uscendo così dall’anonimato del luogo. Il monumento si compone di un basamento sul quale è disposta l’arca con la statua distesa che raffigura il giovane duca, ai lati sono posti due paggi che sorreggono lo scudo con lo stemma degli Acquaviva, due colonne all’estremità del basamento con chiusura a timpano. Tra le colonne e la cornice del timpano vi è il fregio a scanalature, nello sfondo è posta la crocifissione. L’autore pensa che sia un allievo di Pietro Lombardo, così come, il Tabernacolo in pietra risalente al 1472 che non si può non notare per la sua particolarità: riprende la figurazione di un portale di Chiesa e precisamente la facciata della Chiesa Sant’Antonio Abate a Tossicia.