La frazione di Pescina, nella Piana del Fucino sulla strada che apre naturalmente le porte al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, deve il suo nome alla Venere Mirtea, dea della bellezza, dell’amore e della fertilità
Risale al 150 a.C. l’omonimo luogo di culto, qui eretto in nome della pace tra Romani e Marsi, tempio di cui oggi restano pochissimi frammenti di capitelli e basamenti di stile Corinzio, gelosamente custoditi nelle chiese del paese.
Bisogna tuttavia rivolgere gli occhi della propria mente ad un’era ancora più lontana per scoprire l’origine di Venere, frazione di Pescina (Aq). I primi insediamenti risalgono, infatti, all’epoca preistorica, quando un popolo di cacciatori da Montebello di Bertona (Pe) si stabilisce sulle montagne alle porte di Venere, mosso dalle condizioni favorevoli dovute alla vicinanza del lago del Fucino; testimoniano questo passaggio i numerosi ritrovamenti effettuati in località Rupe, nei pressi della contrada Cardito, nella Grotta Tronci e nel Riparo Maurizio (circa 20.500 reperti tra strumenti, scarti, ciottoli con incisioni, schegge e frammenti di ossa animali). Durante l’età del bronzo sopraggiungono a Venere le tribù dei pastori e la fusione degli stili di vita di queste genti con le tribù Bertoniane – dedite all’arte e all’industria litica – dà vita alla cultura agricolo-pastorale, tipica delle montagne abruzzesi. Frammenti di oggetti in ceramica e carbone e lamelle di ossidiana rinvenuti in zona “Arestina” testimoniano l’elevato grado di abilità tecnica che caratterizzava gli antichi veneresi.
Passando ad una epoca più recente, il sec. XIII vede la costruzione nel “Castrum Veneris” di un sistema imponente di tre torri gemelle d’avvistamento e controllo sull’antico lago, solo la torre più vicina al paese resta tuttora visibile, vegliando maestosamente sul piccolo abitato.
Nel 1550, nei pressi della Torre e dove prima sorgeva il tempio alla Dea Venere, è edificato l’attuale Santuario della Madonna del Buon Consiglio che sarà poi distrutto dal sisma del 1915 e riedificato nel 1949. Bolle papali del XVII sec. dimostrano anche la presenza a Venere di numerose altre chiese: Santa Maria, San Pietro, San Gervasio, San Silvestro, nonché una dedicata a San Bartolomeo, di queste chiese purtroppo oggi non resta alcuna traccia.
I mulini e le “Fornaci” dei laterizi di Venere sono noti anche fuori dalla Marsica – prima del loro sparire con l’avvenire dei tempi moderni – tanto da esser citati in un’opera dello storico Corsignani, pubblicata nel 1738 a Napoli.
Nel 1915 Venere è rasa al suolo dal terremoto perdendo gran parte dei suoi abitanti. La ricostruzione post-sisma vede sorgere un nuovo abitato, suddiviso dal centro storico dalla strada provinciale, via Sarentina, sulla quale scorreva fino alla prima metà del ‘900 un ramo del fiume Giovenco, per alimentare le pale operose di un mulino in località “Acqua Fredda”, ancora oggi in parte esistente.
Oggi Venere vanta due chiese, Santa Maria del Carmine, sita sulla centrale via Monte Carmelo e ristrutturata negli anni novanta in seguito ad un incendio, ed il suggestivo Santuario della Madonna del Consiglio, meta di numerosi pellegrinaggi, che si erge sull’altura di Venere, a pochi passi dalla torre medievale, offrendo un affascinante panorama sulla Piana del Fucino e sui monti che la circondano. Unica perché meravigliosa la vista che dalla terrazza naturale, ove sorge il Santuario, si apre su uno dei massicci più belli dell’Appenino abruzzese, la cosiddetta Bella Addormentata.
Un percorso agevole conduce i pellegrini al noto Santuario ed un sentiero accuratamente tracciato dagli alpini del luogo porta alla sommità del monte fino alla cosiddetta “Rava del Cane”, una singolare roccia, modellata dal vento e dall’acqua nella forma di un cane e sulla quale sventola da sempre la bandiera italiana, simbolo dell’amor patrio dei veneresi.
A ridosso della montagna, sulla via Sarentina, si incontra il monumento ai caduti che apre il sipario sull’incantevole scalinata della piazza principale, scenario ideale di rappresentazioni teatrali e della sfilata di moda organizzata annualmente dalla Pro Loco nel mese di agosto. Venere è la meta ideale per chi fugge dalla città per dedicarsi a lunghe passeggiate in campagna, a escursioni in montagna o per partecipare a eventi che hanno il gusto imperdibile della tradizione. Venere é un piccolo centro che vanta una fervente attività associativa in ambito religioso, culturale e sportivo. Numerosi sono infatti gli instancabili volontari che si adoperano tutto l’anno per animare la vita sociale del paese.
Da non perdere
Durante il mese di agosto operosa è la Pro Loco che si prepara ad accogliere numerosi turisti in occasione della fiaccolata in montagna, della “Festa dei ricordi”, della “Sagra della quaglia”, della sfilata di abiti d’epoca “Venere sotto le stelle” e di numerosi altri eventi per un pubblico di tutte le età.
L’Associazione Alpini di Venere organizza da anni con successo le festività in onore di Sant’Antonio in gennaio, con i giochi e l’antico rito del “Ballo della Pupazza” mentre in estate gli Alpini sono la guida esperta di una passeggiata in montagna con meta la “Rav d j can” (come è detta in dialetto locale) e pranzo sulla terrazza del Santuario. Quest’anno la XII edizione della passeggiata si svolgerà la mattina del 5 agosto.
Venere è sulla S83, a soli 4 km da Pescina, Città culla di cultura, nota per il suo patrimonio architettonico, artistico e naturale e per aver dato i natali a Ignazio Silone e al Cardinale Mazzarino.