In questo numero ci dedichiamo alla scoperta dell’area protetta attraversata dalla vecchia statale S.S. 80, lungo un percorso che abbraccia 70 chilometri e porta da L’Aquila a Teramo, abbracciando il cuore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
testo di Chiara Di Giovannantonio, foto di Maurizio Anselmi
Punto di partenza di questo tragitto è Amatrice, ai confini fra Lazio e Abruzzo, città situata nella provincia di Rieti divenuta famosa nel mondo per il sugo all’Amatriciana. Se si pensa che era già nota nei secoli passati per la sua tradizione culinaria, si capisce perché era conosciuta come la città dei cuochi del papa. Da visitare assolutamente è il “Parco in miniatura”, un giardino che ospita al suo interno tutto il territorio del Parco nazionale riprodotto in scala, con i monumenti più importanti e gli animali simbolo dell’area.
Proseguendo sulla statale 80, si arriva alla deviazione per Campotosto (Aq), località omonima situata sul più grande lago artificiale dell’Abruzzo. Il bacino, creato a cavallo tra gli anni ’30 e ’40, è oggi meta di turismo soprattutto sportivo per gli appassionati di trekking, ciclismo, ma anche di attività acquatiche. Interessante per la gastronomia è la famosa mortadella di Campotosto, di cui per qualche tempo Amatrice aveva rivendicato la paternità.
Il salume è prodotto nella frazione e nelle zone limitrofe ed ha una tradizione molto antica, che ne giustifica in qualche modo la rarità. La sua produzione, infatti, richiede una macinazione molto fina delle carni e l’aggiunta di sale, pepe e vino bianco e, successivamente, un rimescolamento con un infuso di chiodi di garofano e cannella per poi venire insaccato manualmente all’interno di un budello. Tutto ciò lo rende un prodotto prelibato e altamente richiesto.
Il nostro percorso turistico continua toccando i piccoli borghi di origine medievale annidati sulle montagne.
Si pensi a Pietracamela, a Cerqueto, a Crognaleto. Ognuno di questi tre paesini ha una storia e una tradizione secolare alle proprie spalle. Pietracamela (Te), per esempio, con i suoi stretti vicoli acciottolati e i balconi che si affacciano dalle case sulle stradine, rinvia in tutto e per tutto al Cinquecento. Infatti, molti degli edifici risalgono a quel periodo, basti pensare alla vecchia torre del 1550 o alla Chiesa di San Donato del 1530. Questo senza nominare la deliziosa ricetta, diffusa anche nel resto del teramano, che si può gustare in paese. Stiamo parlando della Chitarra con le “pallottine”, ovvero i maccheroni di pasta ruvida, con la tipica forma quadrata accompagnati dal condimento di carne che si presenta, per l’appunto, nella forma di piccole polpette preparate a mano.
Cerqueto di Fano Adriano (Te), del resto, non è da meno. Con il suo museo etnografico e la Chiesa di Sant’Egidio abate risalente all’anno 1000, è un’altra testimonianza del passato antico di questo territorio. Nel periodo natalizio è famosa per il suo presepe vivente, connesso con tutte le specialità tipicamente invernali.
Per l’appunto si ricorda la famosa zuppa di ceci e castagne, che combina due ingredienti poveri per ottenere uno squisito piatto caldo.
Crognaleto (Te), invece, è conosciuta per la sua Ventricina, un insaccato prodotto con carne e grasso di suino caratterizzato da un impasto morbido e profumatissimo. Mentre oggi è conservata in appositi vasetti di vetro, una volta era cucita all’interno dello stomaco del maiale.
Era già famosa nel XVIII secolo per l’apprezzamento che dimostrava nei suoi riguarda il re di Napoli, quando veniva servita con le salsicce nostrane. Al di là dei prodotti culinari, gli insediamenti sul territorio di Crognaleto hanno origini pre-romane e nei dintorni possono ancora essere ammirati i ruderi di un tempio romano e di fortificazioni italiche.
A tal riguardo, è da visitare il Colle del Vento nei pressi di Piano Vomano dove sono visibili i resti della cosiddetta Muraglia Ciclopica. Il viaggio sulla Strada Maestra termina a Montorio al Vomano, definito il ponte del Parco, ovvero l’ultimo paese prima di giungere a Teramo. Anch’esso di origine romana o, secondo alcuni pretuziana, è una cittadina che conserva nel proprio centro storico le tracce del suo passato medievale e cinquecentesco. Sono da vedere, tra le altre, la Chiesa di San Rocco del XV secolo e la Chiesa degli Zoccolanti del ‘600 o ‘700, situate entrambe al centro del paese. Abbastanza famosi sono i suoi bocconotti, un dolce particolarmente fragrante tipico anch’esso del periodo natalizio, ripieno di marmellata d’uva, secondo la ricetta tradizionale.
Ed è sempre a Montorio, dove si conclude questo tragitto che collega il Lazio con l’Abruzzo e passa per tre provincie (Rieti, L’Aquila, Teramo) che il 2 agosto è stata inaugurata la XVII edizione della Vetrina del Parco, la fiera enogastronomica a cadenza annuale dedicata quest’anno alla cucina. Al suo interno era presente una mostra con le fotografie dei piatti tipici abruzzesi, con gli scatti di Maurizio Anselmi, a coronamento di un’edizione che vuole essere anche il punto di partenza per una Via del Gusto tutta abruzzese.