di Paolo de Siena
Simone Gambacorta, giornalista, critico letterario e professore a contratto nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, dal novembre 2011 è il Segretario del Premio Teramo per un racconto inedito. Nato nel 1959, il “Teramo” è uno dei più prestigiosi concorsi letterari italiani. È stata appena bandita la 42° edizione e chi volesse saperne di più può visionare il Bando al sito www.premioteramo.it. In questa intervista, Gambacorta fa il punto sui primi mesi della sua Segreteria e sui risultati sinora raggiunti.
Che cos’è il Premio Teramo?
Un premio letterario riservato a un racconto inedito. È nato nel 1959 e ha una storia prestigiosa. Ha avuto giurati come Valeri, Betocchi, Debenedetti, Baldacci, Bo, Prisco e Pontiggia, e nelle varie edizioni hanno partecipato autori come Chiara, Pomilio, Zanzotto, Raboni, Bevilacqua e Govoni. Negli anni il Premio ha dispiegato la propria azione su due livelli: analizzando migliaia di racconti, cioè divenendo un punto di riferimento culturalmente credibile; e instaurando una prossimità tra la città e la letteratura. La principale risorsa del Premio è la sua storia, ed è una risorsa che può offrire possibilità di crescita a condizione che la si pensi in una prospettiva realistica e di lungo periodo: serve una progettualità che tenga conto delle ragioni culturali non meno che di quelle gestionali. Quella appena bandita è la 42° Edizione.
In cosa è consistito sinora il suo lavoro?
Il Premio non è espressione di un’associazione o di un altro organismo patrocinato dall’Amministrazione cittadina, ma ne è parte integrante, emanazione diretta. Il Segretario, che dirige il Premio e coordina la Giuria, è nominato su proposta del Sindaco, il “titolare” del Premio. Questo testimonia la vocazione culturale di Teramo, anche a livello istituzionale. Sono stato nominato nel novembre 2011. In questi mesi, grazie al supporto del Sindaco Maurizio Brucchi, che segue con molta attenzione il Premio, e grazie alla supervisione degli uffici competenti, ho redatto i “Criteri di regolamentazione del Premio Teramo”, di recente approvati dalla Giunta. Il Premio non disponeva purtroppo di strumenti regolamentari. Questa vistosa lacuna è passata inosservata negli anni ed è stata all’origine di alcuni problemi. Ma come parte di una pubblica amministrazione, il Premio non poteva non avere una “carta” che ne fissasse modi e termini di operatività. Questo atto amministrativo è perciò un atto profondamente “culturale”, ed è un po’ come un piano regolatore: mette ordine e stabilisce delle procedure sulla natura, le finalità e il funzionamento complessivo del Premio. I Bandi delle edizioni future dovranno rispettare i “Criteri”. Perciò averli approvati è stato un passo decisivo. Vi sono anche norme che indicano le modalità con cui apportare eventuali modifiche, perché può darsi che qui e là qualche rifinitura si renda necessaria.
Ma c’è dell’altro…
Un’altra novità di cui sono soddisfatto è la sede: per la prima volta ne abbiamo una. Si trova in Casa Urbani, un antico edificio nel centro storico. Grazie alla sede il Premio ha un “dove”, grazie ai “Criteri” ha un “come”. Abbiamo poi un nuovo logo, realizzato dall’artista Gianni Tarli, che generosamente ce lo ha donato: come dire, la cultura che va incontro alla cultura. Lo abbiamo registrato secondo le norme di legge, visto che sinora non avevamo un marchio registrato. Abbiamo inoltre coinvolto degli sponsor privati, che offrono un contributo, e abbiamo ottimizzato le spese: ora il Premio costa grosso modo la metà di quanto costava prima.
Avete anche avviato un rapporto con l’Università…
Abbiamo aperto un canale di dialogo con l’Università di Teramo. Non solo perché Raffaella Morselli, che ha accettato di presiedere la Giuria, è ordinario nella nostra Facoltà di Scienze della Comunicazione; ma anche perché abbiamo organizzato degli incontri intitolati “La critica letteraria vista da vicino”. Questi incontri son un po’ un “aspettando il Premio Teramo”, che si terrà in autunno. Con l’aiuto di Sandra Renzi, anche lei dell’ateneo teramano, abbiamo creato un circuito a mio avviso virtuoso tra Premio, Università e scuole. La novità è che sono gli studenti delle superiori a intervistare gli ospiti, dopo aver effettuato un apposito percorso didattico. La sede di questi incontri è appunto l’Università. Il Premio, al pari delle altre strutture culturali, deve interrelarsi con altre polarità. Da questo punto di vista, sono lieto che da quest’anno siedano in Giuria Lucilla Sergiacomo, Vice Presidente dei Premi Internazionali Flaiano, e Stefano Petrocchi, Coordinatore esecutivo della Fondazione Bellonci.
Come funziona il Premio Teramo?
L’Amministrazione nomina un Segretario. Il Segretario, che dirige il Premio, propone all’Amministrazione i nominativi dei Giurati e del Presidente di Giuria. Fatto questo, viene emanato il Bando. Si apre così un periodo “finestra” per la ricezione dei racconti. Ricevuti i racconti, cominciano i lavori della Giuria, che si concludono con l’individuazione dei vincitori delle tre Sezioni: “Premio Teramo”, Premio “Mario Pomilio” per uno scrittore abruzzese e Premio “Giacomo Debenedetti” per uno scrittore giovane. Infine, la cerimonia di premiazione.