È quanto si chiede in una nota il Coordinamento per la Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo (TU.Vi.V.A.) alla luce della volontà di revisione del Piano di assetto naturalistico (PAN) della Riserva naturale di Punta Aderci a Vasto (CH) emersa nel corso dell’ultimo consiglio comunale svoltosi lo scorso 30 dicembre che prevederebbe «nuovi parcheggi, aumenti di volumetrie del 20% per edifici residenziali, variazioni di destinazione d’uso per finalità ricettive e di servizio legate all’accoglienza del 100% con una premialità massima di superficie del 50%», come denunciato alcuni giorni fa dal Forum Civico Ecologista (FOCE) di Vasto.
Il rischio di cementificazione all’interno della riserva di Punta Aderci – uno dei luoghi più spettacolari d’Abruzzo, autentico patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e naturalistico dell’intera costa adriatica – si va ad aggiungere ad altri e sciagurati progetti, tutti potenzialmente devastanti, previsti su diversi tratti del litorale regionale, da quello del resort di San Vito Chietino (CH), il cui iter ha ripreso a camminare dopo la sentenza del TAR che ha annullato la delibera del comune che avrebbe fermato l’intervento, alla volontà del comune di Ortona (CH) di assegnare nuove concessioni balneari nel tratto delle dune nei pressi della stazione ferroviaria di Tollo; passando per quello del comune di Pineto (TE) che aprirebbe all’edificazione di un ampio tratto di lungomare nord rimasto ancora integro, fino al tentativo della Provincia di Chieti di approvare un Regolamento per far costruire nuove strutture e parcheggi sulla Via Verde della Costa dei Trabocchi (che abbiamo raccontato nel dettaglio QUI).
«La ciclabile costiera che attraversa e collega tutte le aree in questione – continua il documento del coordinamento – dovrebbe sollecitare una progettazione ed una pianificazione più attenta del contesto territoriale perché sarebbe ridicolo attirare i turisti da tutto il mondo per poi farli passare in mezzo a zone totalmente antropizzate, tra case, resort e grigio cemento». Ed invece si continua ad operare con miopia e scarsa lungimiranza, proponendo un’idea di sviluppo turistico obsoleta ed insostenibile, escludendo tra l’altro ogni confronto preventivo con i cittadini e le realtà associative del luogo, come normativa vorrebbe.
«Le norme europee sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e sulla Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA) impongono che la partecipazione avvenga fin dall’inizio delle procedure di pianificazione e di intervento, quando tutte le opzioni sono ancora realmente percorribili. Il comune di Vasto con chi ha discusso finora il futuro della riserva di Punta Aderci?» si chiedono infine le oltre 40 sigle aderenti al coordinamento, appellandosi «a tutte le forze associative, ai singoli cittadini, alle forze imprenditoriali illuminate, agli amministratori ed alle forze politiche che vogliono perseguire il bene comune e non quello privato per fare fronte comune contro quello che rischia di essere il sacco finale» di uno degli angoli più suggestivi ed unici d’Abruzzo.