Fra le più interessanti testimonianze dell’architettura razionalista di Pescara e da sempre dimora dei canottieri de “La Pescara”, la più antica società sportiva cittadina in attività (1924) versa oggi in un stato di degrado che ne richiede un immediato e complessivo recupero
di Aldo Giorgio Pezzi
L’attuale sede del circolo canottieri “La Pescara”, fondata nel 1924 da un gruppo di soci che comprendeva anche Gabriele d’Annunzio e suo cognato, l’architetto Antonino Liberi, fu realizzata in prossimità del ponte di ferro sulla golena nord del Pescara nella seconda metà degli anni Trenta, forse in conseguenza della ingente esondazione del fiume nell’autunno del 1934 (nella foto, l’edificio sullo sfondo a destra in un’immagine degli anni Cinquanta del Novecento). Il progettista è per ora ignoto; certo è che l’edificio, più di altri del periodo realizzati allo stesso scopo – ossia come sede di una società di canottaggio, rimanda con grande immediatezza, per purezza di forme, al tema della nave/imbarcazione: un piano terra a pilotis che ne sostiene uno superiore pensato per ospitare sul lato a monte segreteria e servizi, sul lato a valle un’ampia sala ad uso di rimessa imbarcazioni e palestra, collegata alla golena direttamente con una rampa centrata sul lato corto che permetteva di trasportare le imbarcazioni alla quota del terreno e quindi sul fiume. Oltre questo livello, due piani segnati da ampie terrazze, quella conclusiva concepita come una sorte di ponte di comando con torretta terminale. Altri rimandi diretti al tema dell’acqua e del mare erano costituiti dagli oblò e dalle ringhiere dei ‘ponti’, attualmente ancora visibili nonostante le diverse aggiunte incongrue: il kinkler di rivestimento esterno (in origine non presente e che in effetti non ha pertinenza col tema della nave); la tamponatura del piano terra degli anni Sessanta per ottenere palestra e spogliatoi aggiuntivi; la chiusura del ‘ponte’ del secondo livello ora ad uso di pub/ristorante. Sul lato verso il fiume, infine, un corpo aggiunto in ferro e vetro ad uso di bar a servizio della piscina, realizzata negli anni Settanta a valle della sede e ora interrata dopo l’alluvione del Pescara del 1992.
Negli anni, è cambiato anche il rapporto tra l’edificio e il fiume, prima indissolubile sia per il diretto contatto visivo, sia per la costante e intensa attività remiera che si svolgeva in seno alla società “La Pescara” in particolare fra i due ponti pedonali e carrabili ‘storici’ di Pescara, quello di Bazzani centrato sull’asse stradale via Marconi – corso Vittorio Emanuele II e quello intitolato a d’Annunzio in asse con l’omonima via. Fino al 1970 circa, infatti, questo tratto di fiume era contenuto da due lungo-argini a verde realmente vissuti come percorsi pedonali e ciclabili, testimoniati da diverse foto d’epoca (nella foto, a sinistra, un’imbarcazione di canottaggio sul fiume negli anni Trenta del secolo scorso); nell’arco di pochissimi anni, in successione, questo contesto urbano di grande valenza paesaggistica e identitaria è stato stravolto prima a sud dalla realizzazione del cosiddetto “asse attrezzato” (che fa anche perdere l’apprezzamento visivo del Bagno Borbonico nella sua interezza); poi a nord dalla realizzazione di una strada adiacente alla sponda del fiume che ha anche spezzato il rapporto tra quest’ultimo e l’edificio dei ‘Canottieri’.
Nonostante varie alterazioni del contesto ambientale e della stessa fabbrica, il Circolo Canottieri “La Pescara” conserva oggi un forte valore testimoniale anche per la continuità d’uso che ha avuto (l’attività della società remiera non è mai cessata in quasi 90 anni), al quale si unisce una valenza estetica all’apparenza poco percepibile: sotto le varie aggiunte, difatti, l’unità potenziale dell’edificio originario è intatta, come pure la materia che lo costituisce. Tutti gli interventi incongrui successivi, come si è detto, costituiscono in effetti delle aggiunte alla forma originaria che al di sotto di essi permane. È su questa linea di fondo che dovrebbe legittimamente indirizzarsi ora il restauro di questo importante brano architettonico della città: partendo da una solida indagine storica e documentaria unita a saggi diagnostici che indichino l’effettivo stato di degrado dell’edificio, suggerendo così anche i relativi interventi di consolidamento strutturale ora divenuti assolutamente necessari. A quanto auspicato, sembra corretto unire l’aspirazione al recupero della sua forma originaria, legata ad un fecondo periodo progettuale per la città come quello degli anni Trenta del secolo scorso. In quest’ottica, possono poi schiudersi all’orizzonte alcune valide prospettive, dalla recente nomina di Pescara a città europea dello Sport per il 2012 (che porterà necessariamente ad un rinnovato interesse verso l’impiantistica sportiva cittadina), alla sempre maggior attenzione che la città pone oggi alle diverse testimonianze materiali legate alla figura di Gabriele d’Annunzio.
Articolo pubblicato (Gennaio-Marzo 2011) sulla rivista Tesori d’Abruzzo trimestrale di turismo, cultura ed enogastronomia