testo di Ivan Masciovecchio.
1730 locali recensiti, tra osterie contemporanee, agriturismi ed enoteche con cucina; 272 premiati con il massimo riconoscimento della Chiocciola; 450 con il simbolo della Bottiglia per la carta dei vini; 126 con il nuovo simbolo del Bere Bene riferito ad un’accurata offerta di bevande, al di là del vino; 2 le novità dei contrassegni dedicati al Pane e all’Olio. Questi, in sintesi, i numeri dell’edizione numero 33 della guida Osterie d’Italia 2023 di Slow Food, presentata oggi in anteprima negli spazi del Piccolo Teatro Strehler di Milano e disponibile in tutte le librerie da mercoledì 26 ottobre.

Un viaggio esteso e capillare nelle cucine del Belpaese, autentico sussidiario del mangiarbere all’italiana in grado di restituire una mappatura unica del territorio nazionale insieme allo stato dell’arte della tradizione culinaria declinata nelle sue infinite sfumature locali, realizzato grazie al lavoro sul campo di oltre 240 collaboratori.
Grande soddisfazione per l’Abruzzo che guadagna ben 3 nuove Chiocciole rispetto all’edizione passata, arrivando così a 12 locali insigniti del massimo riconoscimento – numero più alto mai raggiunto – vale a dire (in ordine di località): PerVoglia, Castellalto (TE); Zenobi, Colonnella (TE); La Bilancia, Loreto Aprutino (PE); Sapori di Campagna, Ofena (AQ); Taverna de li Caldora, Pacentro (AQ); Font’Artana, Picciano (PE); Vecchia Marina, Roseto degli Abruzzi (TE); La Corte, Spoltore (PE); Cibo Matto, Vasto (CH); ai quali si aggiungono Borgo Spoltino di Mosciano Sant’Angelo (TE), che festeggia così i venti anni di presenza in guida con la riconquista del simbolo dopo la pausa dell’anno scorso dovuta al cambio di chef; Taverna 58 di Pescara, anch’esso fermo un giro dopo il subentro della nuova gestione curata dal giovane Gabriele Di Leandro; infine Terra di Ea di Tortoreto (TE), azienda agrituristica inserita come novità solo nel 2022 ed ora già premiata con la Chiocciola, luogo originale dove agricoltura sostenibile, biodinamica, cibo sano, cultura e convivialità si fondono in uno spazio comune.

Analizzando alcuni aspetti numerici, tra i 51 locali recensiti 18 sono compresi nella provincia dell’Aquila, segue Chieti con 15 – numero massimo mai raggiunto prima –, Teramo con 12 e Pescara che chiude con 6. Quest’ultima provincia in dieci anni ha visto praticamente dimezzarsi il numero delle insegne inserite in guida. Con la chiusura de La Locanda del Proconsole la città di Teramo è l’unico capoluogo di provincia a non avere più rappresentanza. Allo stesso tempo, però, il territorio provinciale conquista il primato abruzzese delle Chiocciole, guadagnandone 2 come scritto in precedenza.

Passando ai locali, la provincia teramana è anche quella che fa registrare il maggior numero di nuovi ingressi (2) e ci riferiamo alla Masseria Tattoni di Bellante, con gran parte delle materie prime provenienti dall’azienda agricola di famiglia, ed all’Hostaria Zedi nel centro storico di Atri, dove trionfano i piatti della tradizione come maccheroni con le pallottine e mazzarelle. Entra per la prima volta in guida anche l’osteria La Volpe e l’Uva di Cupello (CH) guidata ai fornelli da Marcello Potente, diplomatosi cuoco nel 1998 alla prestigiosa scuola di Villa Santa Maria ed ambasciatore di una cucina di territorio basata quasi esclusivamente sulle prelibatezze locali, a cominciare dal carciofo mazzaferrata tipico della zona.

In provincia di Pescara, invece, Lu Strego a Farindola torna ad occupare lo spazio riservato agli arrosticini, autentica specialità della casa nata proprio tra queste terre vestine poste alle pendici del versante orientale del Gran Sasso d’Italia, mentre La Corte a Spoltore dello chef Maurizio Della Valle festeggia i suoi primi 10 anni di presenza in guida con la riconferma della Chiocciola. Infine, in provincia dell’Aquila, è la Taverna de li Caldora di Pacentro a fare cifra tonda raggiungendo il prestigioso traguardo dei 30 anni ininterrotti di inserimento in Osterie d’Italia – dei quali oltre 20 con la Chiocciola –, secondo locale per numero di presenze dopo la già citata Taverna 58 di Pescara e Il Mandrone di Isola del Gran Sasso d’Italia (TE), gli unici due ad essere sempre recensiti fin dalla prima edizione. Da segnalare in chiusura anche il cambio di gestione relativo Al Vecchio Teatro di Ortona (CH), avvenuto nei mesi successivi alla pubblicazione della guida, con il passaggio di mano della famiglia Carusi dopo oltre due decenni di ristorazione cittadina portata avanti sempre ai massimi livelli.