testo e foto di Ivan Masciovecchio.
Un Universo di autentica e condivisa meraviglia, esplosa lentamente come una preghiera, brano dopo brano, dentro centinaia di cuori palpitanti interconnessi tra loro fin dai primi passi percorsi insieme lungo il sentiero che conduce(va) alla bellezza; Così Vicini da poter ascoltare ognuno il battito dell’altro, straziati dal naturale splendore di uno spettacolo geo-emozionale definito dalla stessa artista – e da chi ha avuto la fortuna e la volontà di esserci – «come uno dei momenti più belli della mia vita musicale e personale».
Il live @ sunset di Cristina Donà allestito davanti alla Chiesa di Santa Maria della Pietà ai piedi della cinematografica Rocca di Calascio nell’ambito di Paesaggi Sonori – l’originale progetto nato dalla fantasia di due autentici sognatori come Massimo Stringini e Flavia Massimo con l’intento di promuovere tutta l’unicità del territorio abruzzese attraverso inedite esperienze di turismo sostenibile e responsabile, valorizzando le meraviglie storiche, naturalistiche e culturali regionali – è stato tutto questo e molto, molto di più.
«Una pagina granitica e leggera allo stesso tempo che resterà lì, pronta a dare ossigeno nei giorni bui» ha dichiarato l’autrice lombarda il giorno dopo l’evento, scritta fin dal pomeriggio quando i numerosi partecipanti si sono messi in marcia come Un Esercito Di Alberi al vento, partendo dal borgo mediceo di Santo Stefano di Sessanio per raggiungere, grazie ad un trekking di circa quattro chilometri, il luogo dell’evento. Una truppa di visionari giunti da ogni parte d’Italia, capace ancora di credere nei Miracoli e di guardare al mondo con occhi bambini, consapevoli di come Il Senso Delle Cose si possa raccontare solo con parole nuove e silenziose.
Accompagnata dal prezioso e discreto Saverio Lanza, «che da dieci anni segue, alimenta, compone, archivia, esalta il mio mondo musicale con la maestria ed il rispetto dei grandi», la voce dilatata e sospesa come una Goccia che non cade di Cristina Donà – una delle autrici più interessanti ed originali che l’Italia musicale possa vantare, Targa Tenco come migliore opera prima nel 1997 per il suo splendido disco d’esordio – ha così lasciato Senza Parole la folta platea, fondendosi letteralmente col paesaggio (sonoro) circostante, investita dai colori possenti di un tramonto Più Forte Del Fuoco e dell’acqua che scende, da contemplare in assoluto silenzio per oltre un minuto durato una splendida eternità.
Confusa dal vento e mischiata con se stessa, felice ed emozionata per questa corrispondenza d’amorosi sensi instauratasi con il pubblico e le montagne abruzzesi, per poco meno di due ore la cantante milanese ha disegnato le traiettorie delle sue personali Migrazioni emotive che contemplano anche la possibilità di tornare a casa a piedi alla fine di una storia d’amore e dalle quali, comunque, ogni tanto bisogna allontanarsi, prendere le distanze, per capire meglio tutto il complicato puzzle di sentimenti che ci circonda, anche se poi basta semplicemente Il Tuo Nome per far esplodere le rose di un balcone; e tenendo sempre ben in mente che, per quanto oscuri possano essere i tempi che stiamo vivendo, Ho Sempre Me dovrebbe essere il pensiero primigenio, il punto fermo dal quale ripartire ogni volta.
Quando anche L’Ultima Giornata Di Sole ha cominciato a trovare riparo dietro la catena montuosa del Gran Sasso e nel cielo hanno fatto capolino le prime Stelle Buone, la scaletta influenzata in parte dall’unicità del contesto, ha tirato fuori dal cilindro una splendida versione di Labbra Blu dei Diaframma ed un altrettanto intensa Lucky dei Radiohead, con l’artista lombarda resa ormai Invisibile – eppure più luminosa che mai – dall’oscurità calata sul pianoro, concludendo uno show memorabile con un tirato finale di dolorosa bellezza.
«Sento ancora il richiamo a girarmi per guardare incredula quelle creature giganti alle mie spalle. Ho provato estasi, senso d’appartenenza, gioia ma soprattutto una sconfinata gratitudine, che ha trovato fiato e tanto ne avrebbe avuto ancora – ha dichiarato l’indomani la stessa Cristina Donà –. Questo è potuto accadere grazie ad un luogo che si manifesta in tutta la sua potenza; è avvenuto perché alcuni esseri umani hanno scelto di percorrere i sentieri impervi per la cura dell’anima affinché questa si faccia più grande, ricca e disposta alla conoscenza, alla comprensione».
Forse mai come in questo caso si è potuto comprendere fino in fondo il senso ed il significato di un festival come Paesaggi Sonori che tra mille difficoltà i due giovani ideatori cercano di portare avanti anno dopo anno, sorretti ed alimentati dalla loro inesauribile passione e dal confronto con altri visionari compagni di viaggio, attivi in ulteriori meritevoli progetti. Come Elena Di Tommaso dell’associazione culturale “Federica e Serena” che per il prossimo sabato 8 settembre, alle ore 21, nel chiostro della SS. Madonna delle Grazie a Teramo è impegnata nell’organizzazione dell’ottava edizione del concerto Note su Ali di Farfalla (info ai numeri 340 4005981 / 340 4828437 oppure alla mail federicaeserena2009@gmail.com), l’evento nato con lo scopo di mantenere vivo il ricordo di due studentesse della provincia teramana morte durante il terremoto aquilano del 2009 attraverso attività culturali con finalità benefiche.
Quest’anno sul palco, oltre a Filippo Graziani – figlio dell’indimenticabile Ivan, che presenterà alcuni brani del suo ultimo lavoro Sala Giochi del 2017, omaggiando inoltre la produzione musicale del padre – sarà di nuovo possibile ascoltare le splendide canzoni in controluce di Cristina Donà, sempre accompagnata dai suoni di Saverio Lanza. Un nuovo appuntamento abruzzese con le note della cantautrice milanese immerse questa volta nel calore del sole di Settembre, quello che lascia vestire ancora leggeri, nella piena consapevolezza di come sia ormai giunto il tempo di imparare a guardare. Di ripulire il pensiero. Di dominare il fuoco. Di ascoltare davvero.