testo di Ivan Masciovecchio.
Dopo il fortunato esordio del 2011 – l’ironico e sovversivo Cazzo ne sapete voi del rock and roll, pubblicato per Interno4/NdA – da qualche settimana è in circolazione il nuovo lavoro degli Amelie Tritesse, band teramana attiva da una decina di anni che deve il suo nome non tanto alla romantica e sognatrice Poulain comparsa sugli schermi cinematografici nel lontano 2001, bensì alla trascrizione francesizzata della pronuncia dialettale abruzzese di “me li triterei”.
Sangue di provincia è il titolo del loro secondo lavoro sulla lunga distanza e come il precedente sfodera dieci pezzi di puro post punk Acerbo, Abrasivo, Amorevole; un energico read’n’rock dalla tripla A che si inserisce a pieno titolo nel solco tracciato a suo tempo dai Massimo Volume e proseguito poi dagli Offlaga Disco Pax. Più sarcastici dei primi, meno ideologici dei secondi, i testi narrati in italiano (con alcuni inserti in lingua inglese) risultano leggeri ma mai superficiali, velati da un’amarezza di fondo che lascia disarmati, come nello splendido brano finale.
Senza perdere il gusto di riderci sopra, raccontano di personaggi e città di provincia a misura di tutto e di niente; nello specifico, Teramo, la città della domenica con le pastarelle, delle virtù e delle mazzarelle, la città del mo’ ci ving, mo’ c’arving, mo’ te li ding ‘mbacce a’ li dint… che pure i cinesi, c’è da capirli, si trovano spiazzati. Piccole storie di grande umanità – sconclusionate ma intense come un’epifania, che sanno di luppolo e marijuana – sorrette da un sound malleabile che alterna momenti lievi ad altri più spigolosamente rock, atmosfere sintetiche ad intimità folk, chitarre distorte a tastiere dilatate.
Tra i brani da segnalare, Son of Italy e Cristo fra i muratori sono liberamente ispirati dai romanzi “Son of Italy” (1924) di Pascal D’Angelo e “Christ in Concrete” (1939) di Pietro Di Donato, due muratori/scrittori di origini abruzzesi, mentre Sangue di provincia che dà il titolo all’album è frutto di un originale cut‐up delle parole utilizzate da 21 giornalisti (tra i quali anche chi scrive) nelle recensioni del precedente album del gruppo.
Scritto, suonato e prodotto dagli stessi Amelie Tritesse – vale a dire Manuel Graziani, autore dei testi, voce narrante, basso e batteria; Paolo Marini, voce narrante, chitarra, tastiera e basso; Stefano Di Gregorio, batteria e basso; Cristiano Pizzuti, basso e tastiera, new entry del gruppo – e registrato, missato e masterizzato da Sergio Pomante al Noiselab Studio di Giulianova (TE), Sangue di provincia scorre e suona sincero come raramente capita di ascoltare, offrendosi senza chiedere niente in cambio, come un dono. Se poi voleste apprezzarne anche il calore ascoltandolo dal vivo, potreste trovarvi venerdì 12 ottobre al Beat Café di San Salvo (CH) oppure domenica 18 novembre allo Scumm di Pescara. E questa, più che una notizia, è un consiglio da amico.