testo di Ivan Masciovecchio.
L’arte come strumento di riqualificazione urbana e sociale. È questo il senso dell’operazione culturale promossa dal Macondo Festival di Peppe Millanta in collaborazione con l’amministrazione comunale di Francavilla al Mare (CH) ed il supporto del comitato di quartiere Paese Alto, che ha visto il coinvolgimento del pittore Emilio Patrizio nel riempire di nuovi colori e socialità la piazzetta Masci incastonata nel cuore del quartiere San Franco.
Inaugurato ufficialmente domenica 4 ottobre, lo spazio pubblico si presenta ora come un luogo (di)segnato dalla fantasia finalmente giunta al potere, grazie alla presenza dei precedenti ricami all’uncinetto realizzati dalle donne dell’Accademia di Aracne diretta da Shirley Rowlands che abbracciano e proteggono il parapetto, le piante ed i lampioni dislocati sul selciato, e soprattutto allo straordinario murale che l’artista Emilio Patrizio – classe 1950, prima fotografo, poi grafico pubblicitario e illustratore, infine dedicatosi alla pittura alla fine degli anni ’80 – ha dipinto sulle pareti del muro di contenimento della scala – e lungo la scala stessa – che conduce alla sovrastante via Cecchini.
Un’opera iniziata l’anno scorso e che ha necessitato di ben cinque mesi di lavoro, spesso affrontato in condizioni proibitive a causa dell’insistenza del sole, per il suo completamento. Composto da tre scene indipendenti ma complementari, è fortemente caratterizzato dalla presenza del mare, che «per infinite generazioni ha regolato il sentire comune della gente del paese alto». Quel mare che da quassù si può guardare ed ascoltare, ma che per lungo tempo è stato precluso agli abitanti del quartiere, dal dopoguerra «alimento e sostegno delle famiglie che, da esso, prendevano e perdevano vita».
La scena sulla sinistra è liberamente ispirata alle (male) politiche di accoglienza migranti messe in atto dall’allora ministro Matteo Salvini. Un vascello carico di vita, dal significativo nome di SOLAS – acronimo di un protocollo internazionale di sicurezza in mare – sul pennone sventolante riporta una locuzione latina di Orazio che recita “La forza, senza saggezza, cede sotto il suo stesso peso”. Nasce dai racconti del comandante Paolino, amico del pittore e residente proprio sulla piazza, autore di innumerevoli salvataggi di anime alla deriva e per questo testimone oculare del fallimento di politiche unicamente repressive che non tengano conto della dignità umana. La composizione si completa con il tocco finale della piccola Sofia, già avviata a ripetere i successi di nonno Emilio.
Al centro, in un ideale dialogo tra maestri, una sirena ascolta il mare attraverso una conchiglia mimando ironicamente la famosa scena michelangiolesca della Creazione di Adamo, mentre sulla destra è una frase spesso pronunciata da Truflett’, un vecchio pescivendolo del quartiere, ad accompagnare le immagini raffiguranti uno spaccato di placida vita quotidiana del quartiere alto. “Lu pesce va nudo” – che dà il titolo a tutto il trittico – vale a dire che, così come il pesce in mezzo al mare non ha bisogno di niente, anche qui c’è tutto quello che serve per essere soddisfatti ed in pace con se stessi. Autentica saggezza popolare che Emilio Patrizio ha voluto rendere eterna imprimendola sui muri del quartiere della città che lo ha adottato e nel quale lavora da sempre, con studio a vista su piazza San Franco. E che ora ha un motivo in più per essere visitato, lasciandosi contagiare dalle emozioni colorate di una piazza restituita a nuova vita.