testo di Ivan Masciovecchio.
Dopo la costituzione della cooperativa nel 2017 e la successiva presentazione pubblica avvenuta nel 2018 (leggi QUI per saperne di più), con l’apertura del nuovo stabilimento produttivo e di imbottigliamento nel territorio di Ortona (CH) prevista per la fine dell’estate prossima comincia a prendere forma e sostanza il progetto VIN.CO, la grande impresa collettiva nata con l’obiettivo di valorizzare i vitigni tradizionali abruzzesi (Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino, Passerina, Cococciola e Montonico) attraverso la produzione di vini spumanti realizzati con il metodo Martinotti interamente all’interno dei confini regionali.
Dalle tredici iniziali, attualmente sono dieci le realtà della provincia di Chieti coinvolte nell’iniziativa ovvero le cantine sociali di Ari e Villamagna e poi Coltivatori Diretti di Tollo, Eredi Legonziano di Lanciano, San Michele Arcangelo di Vasto, San Nicola di Pollutri, Sannitica di Canosa Sannita, San Zefferino di Caldari di Ortona, Sincarpa di Torrevecchia Teatina, Citra Vini di Ortona; anche se non si esclude – ed anzi è auspicabile – l’ingresso di nuovi partner in corso d’opera.
«Finalmente il progetto VIN.CO ha preso corpo – ha dichiarato con soddisfazione il presidente Carlo De Iure nel corso di un incontro ospitato al teatro Tosti di Ortona nei giorni scorsi –. Nei prossimi mesi sarà infatti completato l’impianto di elaborazione e imbottigliamento delle bollicine abruzzesi, frutto di un investimento di ben 8 milioni di euro. Si tratta di una grande iniziativa del mondo cooperativo regionale, capace di fare squadra di fronte alle nuove importanti sfide che i mercati ci presentano». Concentrandosi quindi sui vitigni autoctoni, coltivati da più di 3.000 soci vignaioli su oltre 6.500 ettari di vigneti, il progetto VIN.CO porterà ad una diminuzione dei processi di spumantizzazione fuori regione con benefici sia nell’immediato, sia nel lungo termine, dall’ottimizzazione dei costi ad una maggiore capacità produttiva, che consentirà all’Abruzzo di migliorare il suo posizionamento soprattutto nei mercati esteri, da diversi anni ormai in crescita costante.
L’intenso pomeriggio di lavori ha visto la partecipazione di numerosi attori coinvolti a vario titolo nel progetto di filiera, dal presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Valentino Di Campli, che ha voluto ribadire la vicinanza del consorzio ai promotori fin dall’avvio della fase progettuale, all’enologo Lino Olivastri, responsabile tecnico scientifico di VIN.CO, il cui intervento sullo stato dell’arte della sperimentazione sulle uve autoctone – tra le altre cose – ha confermato l’alto potenziale espressivo del Pecorino, l’ottima predisposizione della Cococciola per la realizzazione di vini mossi di media/bassa alcolicità, l’altrettanto eccellente performance aromatica del Montepulciano d’Abruzzo, il ruolo da protagonista che potrebbe giocare il Trebbiano d’Abruzzo grazie ad una razionale tecnica viticolo-enologica. Alcuni dubbi sono invece emersi sul Montonico, dotato comunque di un alto potenziale intrinseco che però risulta penalizzato dalla presa di spuma in autoclave, ipotizzando quindi il ricorso ad un uvaggio/blend con altri vitigni oppure ad una spumantizzazione con il metodo Classico per una sua maggiore valorizzazione.
Molto tecnici – e non poteva essere altrimenti considerata la natura di convegno intermedio sullo stato di avanzamento del ciclo progettuale – sono stati i contributi di Rosanna Tofalo dell’Università di Teramo, con la presentazione della ricerca sui lieviti selezionati autoctoni e sul loro utilizzo per una effettiva caratterizzazione dei vini spumanti abruzzesi, e di Angelo Cichelli, Piero Di Carlo e Alessandro Chiaudani dell’Università di Chieti, che hanno presentato i risultati dei loro studi rispettivamente sulle caratteristiche di composizione degli spumanti, sullo sviluppo sostenibile e sull’analisi dell’impatto delle condizioni meteoclimatiche sui parametri merceologici e di cantina.
«Abbiamo voluto sostenere questo innovativo progetto di aggregazione della più importante filiera agroalimentare regionale al fine di far nascere un polo produttivo che sarà in grado di intercettare e aprire nuovi mercati per una tipologia di vino in continua espansione – ha concluso il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente –. Caratterizzare l’identità del territorio abruzzese, insieme al Montepulciano d’Abruzzo anche con le bollicine interamente prodotte sul suolo regionale, rappresenta la partita del futuro che siamo sicuri di poter giocare e vincere da protagonisti».