testo di Ivan Masciovecchio.
Una sorta di Salone del Gusto in miniatura, con il suo bel carico di assaggi, degustazioni, laboratori di cucina, workshop, presentazioni di libri ed incontri pensati per raccontare e promuovere lo straordinario patrimonio di biodiversità agroalimentare delle aree rurali interne. Stiamo parlando del primo Festival delle Terre d’Abruzzo in programma da giovedì 8 a domenica 11 ottobre presso gli spazi del Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara, che per l’occasione festeggerà anche l’inaugurazione di un vero e proprio Museo del Gusto.

Promosso dai cinque GAL abruzzesi (Maiella Verde, Gran Sasso-Velino, Terre Pescaresi, Abruzzo Italico Alto Sangro e Leader Teramano) e finanziato con fondi FEASR nell’ambito del Programma di sviluppo rurale Abruzzo 2007-2013, con il sostegno dell’assessorato regionale alle Politiche agricole e la collaborazione di un vasto parterre di associazioni locali, dalla Coldiretti alla CNA, passando per la Confederazione Italiana Agricoltori, la Confesercenti e Slow Food Abruzzo e Molise, vasto ed articolato si presenta il programma (scaricabile qui) dell’evento.

Arricchite durante le singole mattinate dal coinvolgimento di circa trecento studenti delle scuole superiori e delle università, le tante iniziative previste all’interno degli oltre 3.000 mq dell’intero complesso museale pescarese saranno fruibili secondo un percorso più o meno guidato ed indipendente che dalle esposizioni permanenti dello stesso Museo delle Genti d’Abruzzo, comunque visitabili, attraverso la Galleria delle Armature condurrà prima alla mostra multimediale Ti racconto le Terre d’Abruzzo curata dalla community Paesaggi d’Abruzzo – dove sarà possibile trovare anche un bookshop ideato per accogliere il meglio delle produzioni editoriali realizzate negli ultimi anni –, per poi giungere successivamente in Sala Favetta dove sarà allestita la mostra mercato delle tipicità agroalimentari abruzzesi, all’interno della quale saranno ospitati circa quaranta produzioni locali, dal Pecorino di Farindola alle lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, dalla cipolla di Fara Filiorum Petri al peperone dolce di Altino, passando per i cereali antichi della Maiella alla ventricina teramana.

Negli spazi del Caffè Letterario saranno previsti alcuni momenti di confronto incasellati nella sezione Cafè Agenda 2016 dove, tra le altre cose, si discuterà di strategie per la valorizzazione delle produzioni tipiche e della diversità agricola, come pure per migliorare la capacità attrattiva dei territori rurali. L’Auditorium Petruzzi, invece, ospiterà gli incontri con i protagonisti dell’enogastronomia regionale, chiamati a raccontare le proprie esperienze di vita e di lavoro, come nel caso di Niko Romito che interverrà venerdì mattina stimolato dalle domande del direttore de il Centro Mauro Tedeschini.
I numerosissimi laboratori in programma, suddivisi tra la Sala del Gusto e l’Aula didattica – sempre ricavate all’interno degli ambienti museali – vedranno la partecipazione di alcuni dei principali rappresentanti della ristorazione regionale, da Nadia Moscardi (Elodia, L’Aquila) a Sergio Di Zio (La Bilancia, Loreto Aprutino), i quali si cimenteranno in un confronto sui fagioli d’Abruzzo; da Maria Gabriella Costantini (Sapori di Campagna, Ofena), la quale condurrà alla riscoperta di antiche varietà di legumi a serio rischio di estinzione, a Marcello Spadone (La Bandiera, Civitella Casanova), impegnato nella valorizzazione della carne d’agnello abruzzese; da Pina e Berardino Abbonizio (Caniloro, Lanciano), che sveleranno i segreti della cucina rurale frentana, a Enzo D’Andreamatteo (Locanda Manthoné, Pescara), che invece parlerà delle qualità organolettiche della razza bovina marchigiana; fino a Peppino Tinari (Villa Maiella, Guardiagrele), che si cimenterà con uno dei prodotti più poveri dell’agricoltura, vale a dire la patata; per finire con William Zonfa, (Magione Papale, L’Aquila), ambasciatore dello Zafferano dell’Aquila, e Biase Bucciferro (La Locanda del Barone, Caramanico), attivo nel recupero del maiale nero d’Abruzzo.

Tante le pietanze al fuoco, forse fin troppe, alle quali si potrà accedere mediante un biglietto di ingresso giornaliero di 4 euro che, tra le altre cose, garantirà anche la fruizione di workshop e laboratori ma solo fino ad esaurimento dei posti disponibili. In alternativa, per evitare brutte sorprese, acquistando on line il ticket al costo di 5 euro, oltre a garantirsi il proprio posto a sedere, si avrà diritto all’ingresso gratuito a tutta l’area del festival.