testo di Ivan Masciovecchio.
Il diciotto settembre del 1897, a distanza di cinque anni esatti dall’inaugurazione del primo segmento in arrivo fino alla stazione di Cansano, la gloriosa tratta Sulmona-Isernia vedeva definitivamente e finalmente la luce, unendo di fatto in un abbraccio ideale il versante adriatico e quello tirrenico dell’Italia centro-meridionale. Centotrenta chilometri di strada ferrata, quasi mille metri di dislivello, cinquantotto gallerie, centotre opere d’arte principali (ponti e viadotti) e trecentosettantaquattro opere d’arte minori (acquedotti, ponticelli, paravalanghe e cavalcavia), ventuno stazioni tra cui quella di Rivisondoli-Pescocostanzo, la più alta della rete dopo quella del Brennero impiantata com’è a 1.268,82 metri di altitudine; un vero e proprio capolavoro italiano di ingegneria ferroviaria conosciuta in tutto il mondo con l’evocativo nome di Transiberiana d’Italia che oggi – tra mille difficoltà – si appresta a festeggiare i suoi centodiciassette (o, se si preferisce, centoventidue) anni di storia. A tal proposito segnaliamo che presso il Museo di Cultura Ferroviaria Le Rotaie allestito nei locali della ex rimessa locomotive della stazione di Isernia, è possibile visitare una mostra fotografica con cartoline, cimeli, modellini e documenti che ne raccontano la storia gloriosa (aperta sabato, domenica e festivi dalle 17.30 alle 20.30).
Nonostante sia (stata) chiusa al traffico di linea dal dicembre 2011, lo fa nell’unico modo valido che una ferrovia ha per sentirsi ancora viva, vale a dire ospitando il passaggio di un treno – seppur per finalità esclusivamente turistiche – sui propri binari della memoria. Domenica 21 settembre infatti, nell’ambito del tour Abruzzo Instarail organizzato dalla Regione Abruzzo in collaborazione con il Parco Nazionale della Majella, un paio di storiche carrozze accompagneranno trentacinque tra i più importanti ed influenti bloggers italiani ed europei in un viaggio unico nel cuore dell’Abruzzo montano fino all’incantevole borgo di Pescocostanzo. Un evento che si inserisce in un percorso ideale di avvicinamento all’Expo 2015 che tra un giro in mountain bike e un trekking a cavallo offrirà ai partecipanti la possibilità di assaggiare piatti tradizionali locali, nonché alcune delle eccellenze dell’enogastronomia regionale, capaci di raccontare la storia del territorio e del popolo abruzzese.
Iniziativa senza dubbio meritoria – anche se sarebbe opportuno predisporre un calendario almeno semestrale dei viaggi in programma per dare modo, soprattutto a coloro che vogliono partecipare da fuori regione, di organizzarsi per tempo -; così come quella portata avanti dalla neonata Fondazione FS Italiane appositamente costituita per preservare e valorizzare un patrimonio storico-tecnico formato anche da quattro treni storici tra i quali la stessa ferrovia abruzzese, nonostante il percorso limitato alla stazione di Castel di Sangro, ma che da sole non bastano a cancellare lo scempio perpetrato quasi tre anni fa, quando si è inopinatamente deciso di abbandonare la strada ferrata a vantaggio del trasporto su gomma.
Dopo le parate e le promesse preelettorali, è ora che la politica regionale abruzzese e molisana si assuma le proprie responsabilità impegnandosi attivamente affinché – unitamente all’utilizzo per fini turistici – sulla Sulmona-Carpinone venga ripristinata l’attività ordinaria di trasporto pubblico, magari riattivando lo storico collegamento Pescara-Napoli, come richiesto da anni da diverse associazioni locali tra le quali Le Rotaie Molise, secondo cui «dal giugno 2013 giace inascoltato presso la Regione Abruzzo un dettagliato studio di fattibilità con costi, orari, relazioni e ulteriori dati allegati che dimostrano non solo che la riattivazione dei treni ordinari sulla direttrice Pescara-Napoli è opportuna, bensì è addirittura conveniente e in termini di cadenze si inserirebbe in piena integrazione con le corse di pullman già presenti».
Tempo da perdere non ce n’è e pare che stavolta qualcosa si stia muovendo se è vero che, come dichiara ancora l’associazione Le Rotaie Molise in un comunicato, «gli amministratori locali hanno convenuto sulla necessità di un incontro operativo da svolgersi entro l’autunno ad Isernia con gli assessori ai Trasporti delle Regioni Abruzzo, Molise e Campania, considerata l’imminente scadenza di dicembre dei contratti di servizio dei trasporti su ferro di Abruzzo e Molise».
Staremo a vedere; nel frattempo facciamo nostre le parole del cantautore Vinicio Capossela riprese da Michele Fumagallo in un articolo sul Manifesto di qualche giorno fa a proposito del suo Sponz Fest organizzato lungo la tratta ferroviaria (anch’essa dismessa) Avellino-Rocchetta, quando dice che «il treno non c’è ma ciò che è importante è che ci siamo ricordati che questi binari esistono. Una ferrovia realizzata con sacrificio e investimento, che diede onore all’Italia, deve essere sentita come un bene comune che è doveroso reclamare. Un enorme patrimonio che c’è e che è un grande spreco dare alle ortiche e al degrado. La ferrovia non è cosa morta ma è viva a patto che noi la rendiamo viva». Vale per il territorio campano, vale a maggior ragione per l’Abruzzo e per la sua ultracentenaria Transiberiana d’Italia.