VI
SPECIALE ARTE / CUGNOLI
In alto:
Ambone, formella
del fronte occidentale,
1166.
A lato:
Ambone, lettorino del
fronte meridionale,
1166,.
Le opere create nella “scuola rogeria-
na”, così come questo meraviglioso
ambone in pietra e stucco, possie-
dono una cifra stilistica unica ed un
gusto originale, come rivelano l’ornato
e la rappresentazione figurata fino al
più piccolo dei particolari. Ogni spazio
è valorizzato da elementi ornamentali
scolpiti con cura e ben definiti. Tra le
immagini vi sono i Simboli degli Evan-
gelisti, narrazioni e personaggi sacri
del Nuovo e Vecchio Testamento, con-
tinui rimandi alla lotta tra il bene ed
il male, ammonizioni contro il pecca-
to e riferimenti alla lettura e contem-
plazione del Verbo per la Salvezza.
Gli spazi di risulta ai lati delle arcate,
sopra cui è impostata la tribuna, sono
animati da un’intricata trama di ra-
cemi in cui sono intrappolate figure
di uomini ed animali. Immagini che
hanno strettissimi rapporti con quelle
scolpite nell’ambone di Moscufo, pur
non ripetendone la disposizione ed i
temi in modo seriale. Se provassimo
a chiederci da dove giungesse quel
repertorio iconografico, quali fossero
i modelli di riferimento di quelle im-
magini, di quelle sacre visioni dell’in-
visibile, inevitabilmente ci troveremmo
ad indagare tra sculture, decorazioni
architettoniche, pitture ma soprattutto
miniature realizzate per chiese e mo-
nasteri del XII secolo. Le decorazioni
dell’ambone infatti mostrano diverse
analogie stilistiche e formali con mi-
niature di quel periodo. Se immagi-
nassimo di sciogliere l’intricata trama
entro i pennacchi delle arcate, po-
tremmo ad esempio ottenere dei nastri
vegetali con figure simili a quelle che
si dispiegano lungo i bordi dei codici
miniati medievali. Le figure in stucco
sono vicine a certe miniature cister-
censi, in special modo a quelle di due
capolavori quali la Bibbia di Stefano
ed i Moralia in Job, del principio del
XII secolo. Avevamo già detto all’inizio
che alcuni storici riferiscono l’arredo
come appartenuto in origine ad un
monastero dell’ordine cistercense.