Speciale Tesori "Cugnoli" - page 10

VIII
SPECIALE ARTE / CUGNOLI
All’interno della stessa parroc-
chiale, costruita nel Quattrocen-
to su un edificio del secolo pre-
cedente e restaurata nel 1952,
si possono ammirare belle opere
di pittura e scultura databili tra il
XVI ed il XVIII secolo. Tra queste
si segnalano in particolare due
tele con la Madonna ed i Misteri
del XVII secolo ed altre due del
XVIII secolo. Mirabili sono anche
le eleganti statue lignee della
Vergine e dell’Angelo della fine
del Quattrocento, e la Madonna
con Bambino in terracotta vici-
na per forme, stile e tecnica a
quelle di Carpineto, Civitaquana
e Pescosansonesco.
Da vedere
Veduta del paese
di Cugnoli.
Da Nord e da Sud:
Dall’autostrada Adriatica A14 (da nord: in direzione di Ancona; da sud: in direzione
Pescara), seguire la direzione Roma, prendere l’autostrada A 25, uscire a Scafa/Alanno, proseguire per
Alanno percorrendo la SP 40, continuare sulla SP 49 seguendo indicazioni per Cugnoli.
Secondo altri quest’ipotesi, che non
è documentata con certezza, andreb-
be invece scartata perché non risulta
plausibile la presenza di un arredo
con quel ricco e fantasioso repertorio
in un edificio cistercense (F. Gandol-
fo, Scultura medievale in Abruzzo,
2004, p.84). Troppo ornamento per
un luogo sacro di quell’ordine, troppe
quelle figurazioni “bizzarre e ridicole”
esplicitamente vietate nei capitoli e
condannate nella “Apologia ad Guillel-
mum Abbatem”, scritta dal riformato-
re dell’ordine Bernardo di Chiaravalle
nel 1125. Ci restano pertanto i dubbi
su quali potrebbero essere stati i mo-
delli di riferimento per le sacre visioni
plasticate nel gypsum (stucco/gesso)
della scuola rogeriana e di Nicodemo.
Ora, se l’attività degli artefices di quel-
la scuola si svolse soprattutto in am-
bito monastico e se più in generale la
realizzazione di codici miniati poteva
svolgersi in monasteri di ogni ordine e
grado, è certo possibile supporre che i
disegni preparatori usati per gli stampi
lignei in cui era colato lo stucco, poi rifi-
nito con stecche e scalpelli, fossero gli
stessi che miniatori di abbazie cister-
censi o di altro ordine, copiavano per
illuminare i loro codici. Tralasciando
le discussioni sul luogo d’origine e sui
possibili modelli, quello che più conta
è che l’incanto della sue decorazioni,
l’enigmatica apparenza delle forme e
dei simboli, tutto il fascino celato dietro
l’alone di mistero che avvolge le figure
di grandi artifex come il nostro Magister
Nicodemus, nessuno può raccontarcele
meglio che l’opera stessa. Vi invitiamo
pertanto ad andare a contemplare ed
ammirare l’opera nel suo attuale spazio
sacro.
1,2,3,4,5,6,7,8,9 11,12
Powered by FlippingBook