Fuori dal centro abitato s’incontrano i cunicoli di raccolta dell’acqua delle fontane di un tempo. Sono vere gallerie rivestite di mattoni con volte a botte che s’incuneano entrano nel terreno per centinaia di metri: e l’acqua raccolta ancora oggi sgorga da fonti che abitanti del posto hanno conservato con cura e attenzione
Nel centro storico di Canzano, sotto il piano stradale vi era un reticolo di cunicoli sotterranei che univa le varie parti del paese, quale parte integrante del sistema di difesa costituito da mura, torrioni e porte. Ai cunicoli erano collegate numerose grotte destinate alla raccolta dell’acqua piovana ed alla conservazione delle derrate alimentari, quasi frigoriferi dei tempi andati. Sotto ogni caseggiato si trova la propria grotta, dalle originali forme architettoniche, diverse nella tipologia e nella forma, ma con immutata funzionalità. Siamo sotto ai locali del ristorante la Tacchinella, dove, a detti di molti, si trovava la stalla della famiglia Falamesca De Montibus con il famoso cavallo furioso, che avrebbe disegnato la chiesa della Madonna Dell’Alno. Scendendo la ripida scala, si raggiunge un locale spazioso posto vari metri sotto il livello stradale. Interessante il sistema di refrigerazione, basato sulla neve e strati di paglia che nella stagione invernale venivano sistemati in cunicoli laterali e lungo la scalinata in modo da ottenere un isolamento termico adeguato, una temperatura costante utili alla conservazione degli alimenti. Le acque di risulta verivano poi raccolte in apposta cisterna per tenere l’ambiente asciutto. In quella del Marsili è decisamente interessante il sistema di filtraggio delle acque di risulta, in quella del Comune il sistema di raccolta delle acque piovane. Visitiamo altre grotte: quella di Vittorio, di Clementina, di Ercolino, del D’Egidio. Alcune sono adibite all’invecchiamento dei vini, altre alla conservazione degli insaccati e delle conserve, altre ancora oggetto di un recupero attento e meticoloso.