“Un criterio ideale, un’amicizia operativa”.
È lo slogan che caratterizza la Compagnia delle Opere, associazione nazionale di imprese – profit e non profit – liberi professionisti, istituzioni scolastiche, persone impegnate nel mondo del lavoro, presente anche in Abruzzo e Molise dove conta circa 500 aderenti
testo e foto di Piergiorgio Greco
Il presidente di questa realtà che ha la sua sede locale a Pescara in via della Pineta 26 è Giuseppe Ranalli (nella foto), imprenditore titolare della Tecnomatic con sede a Corropoli (Te), mentre il direttore è Antonio Dionisio. Un criterio ideale, vale a dire: persone e opere protagoniste della Cdo condividono una concezione di uomo inteso come persona che desidera cose grandi e che, a partire da questo, si mette in moto per creare imprese, scuole, associazioni, il suo lavoro. Affinché questo desiderio non venga meno, c’è un’amicizia operativa: iniziative, attività, contatti, relazioni che mirano a sostenere costantemente questo desiderio, il solo che permette di non soccombere anche in momenti di crisi come quello attuale.
Non a caso, nell’ultima assemblea nazionale della Compagnia delle Opere, che si è svolta a Cagliari il 22 e 23 marzo scorsi, il presidente nazionale Bernhard Scholz ha ribadito a chiare lettere cosa vuol dire questo criterio ideale nel difficile momento che stiamo attraversando: “Questa crisi è un travaglio – ha detto -. Questo significa che ogni nostro impegno, sacrificio e fatica hanno un senso perché contribuiscono a far nascere qualcosa di nuovo: un nuovo modo di fare impresa, economia, welfare; una nuova socialità, un nuovo rapporto fra stato e società civile. Stiamo assistendo a una svolta epocale perché c’è stato un tradimento del desiderio umano che è stato sostituito con le tecniche finanziarie e con l’ideologia del profitto a breve; un tentativo di sostituire il soggetto umano con una progettualità artificiale. Però queste tecnicalità adesso si palesano come impotenti a dare risposta alle esigenze dell’uomo e quindi deve nascere qualcosa di nuovo”.
“Questo implica un cambiamento che matura strada facendo – così ancora Bernhard Scholz – perché non sappiamo ancora che cosa nascerà e quindi andiamo passo per passo con lo strumento della conoscenza, cercando di comprendere che cosa succede, perché e con quali prospettive. Il cambiamento non ha alcun senso in sé, ha come scopo la costruzione; vuol dire costruire qualcosa di consistente in circostanze che cambiano. Quindi il cambiamento è la sfida che ognuno deve intraprendere per conoscere la sua situazione, le sue circostanze e le prospettive che in questo si palesano. Perciò c’è un’opzione da scegliere: o cambiamo – cercando di costruire sempre e ovunque, fosse anche solo per mettere un mattone se non è possibile costruire subito una casa – oppure ci lasciamo travolgere da quello che capita. Non abbiamo alternativa: o questo cambiamento nel quale ci troviamo ci travolge, o noi riusciamo, attraverso la conoscenza e il metodo che utilizziamo, a costruire qualcosa”.
“Non interessa prima di tutto se ciò che costruiamo è grande o piccolo – ha concluso il presidente – l’importante è che sia costruito, che sia sempre la base per qualcosa che può venire dopo”. Tutte le informazioni sulla vita associativa sono sul sito www.cdoabruzzomolise.it.