Il percorso tematico è dedicato alle forme delle antiche maioliche artistiche di Castelli e offre al visitatore del Museo Villa Urania l’occasione di conoscerne l’affascinante evoluzione stilistica e funzionale. Si possono analizzare la varietà degli oggetti decorativi e il cambiamento morfologico che subiscono nei secoli, per capire come le forme rispecchino i costumi e le mode dell’epoca in cui sono state prodotte. Alcune forme peculiari presenti nella Collezione Paparella Treccia diventano lo spunto per un’esperienza conoscitiva della cultura, dell’ingegno e della fantasia dei vasai, che avevano il difficile compito di coniugare l’estetica con la funzionalità. Tra gli oggetti castellani più curiosi ci sono gli scaldamani, delle piccole sculture in maiolica destinate a contenere acqua calda, in cui l’estro e l’abilità dei modellatori ha trovato la sua piena espressione. Nel Museo Villa Urania se ne conserva un esemplare seicentesco a forma di pistola, ma l’antico repertorio castellano comprende molte forme ispirate ad elementi naturalistici e oggetti di uso comune. Uno dei repertori di forme più interessanti per varietà e tipologia ci è offerto dai vasi da spezieria che rappresentano un genere di prodotti molto particolari perché devono rispondere a precise esigenze funzionali oltre che estetiche. L’albarello è il contenitore maggiormente usato in farmacia, ha una forma cilindrica molto semplice che spesso si restringe nella parte mediana per facilitarne la presa. Solo alcuni esemplari avevano il coperchio che generalmente non era previsto. Infatti, per la chiusura si usavano spesso carta pergamena e spago. Di particolare interesse per questo repertorio, sono le brocche con ansa a nastro e beccuccio a forma di drago o le fiasche piriformi con lunghe anse tortili istoriate nella bottega dei Pompei e molto in uso nella produzione farmaceutica cinquecentesca. A partire dalla seconda metà del Cinquecento, le forme della maiolica artistica castellana risentono fortemente dell’artificiosità manierista e spesso si ispirano ad esempi in vetro o in metallo modellato a sbalzo. Nascono forme baccellate in cui la superficie è modellata con un dinamico contrapporsi di concavità e convessità e le crespine così chiamate perché la loro struttura è increspata e può essere anche traforata. Si tratta di una tipologia appartenente ai serviti da tavola che in genere veniva utilizzata come fruttiera o portapane. Nel Museo si possono ammirare due interessanti esempi di crespine, una in smalto bianco e decoro centrale in blu, l’altra riccamente decorata in blu e giallo e istoriata al centro. Con la produzione compendiaria compaiono a Castelli anche i numerosi versatoi con applicazioni plastiche a forma di mascheroni, che paiono derivare direttamente da tipologie in metallo e rappresentano una delle forme più tipiche del periodo. Nella metà del Seicento le forme ceramiche accolgono i dettami barocchi, come nel caso delle zuppiere che si arricchiscono di anse serpentiformi e assumono profili sinuosi utilizzati anche per i grandi vasi da parata che prevedono ampie aree da istoriare. Durante il percorso tematico è possibile ammirare il più antico esemplare castellano di zuppiera con anse serpentiformi, istoriato da Carlo Antonio Grue. Nascono dall’estro barocco anche le famose chicchere, particolari tazzine senza manico per il caffè o il sorbetto, che venivano alloggiate nei portachicchere, ovvero dei piattini dal cavetto profondo e dall’ampia tesa pensata per far appoggiare il cucchiaino o i biscotti. Nella seconda metà del Settecento la morfologia della maiolica artistica castellana subisce un’ulteriore trasformazione, in linea con il nuovo stile rococò, e in molti casi si ispira a forme proprie della porcellana. Le superfici si fanno sinuose, intervallate da inserzioni plastiche di rocaille e i profili diventano mossi e frastagliati. Nel primo Ottocento l’eco neoclassico impone, invece, forme pulite e lineari che spesso si concretizzano in profili geometrici, come nella singolare caffettiera, presente nella Collezione, dal beccuccio zoomorfo e dal manico quadrangolare, istoriata da Gesualdo Fuina. Il Museo Villa Urania rappresenta il luogo ideale per una visita a tema sull’argomento sia per l’alta qualità artistica che per la varietà tipologica delle maioliche esposte, che documentano l’evoluzione della produzione castellana nel suo periodo di massimo splendore.