È stato inaugurato il 22 febbraio scorso, a L’Aquila, l’Archivio storico del Monastero femminile Agostiniano di Sant’Amico, al grazie al sostegno della Fondazione Carispaq. Alla cerimonia, breve ma suggestiva, hanno partecipato Marco Fanfani e David Iagnemma, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della Fondazione Carispaq, Guido Liris, vicesindaco dell’Aquila, Sabrina Di Cosimo, assessore alla cultura, l’Arcivescovo Emerito dell’Aquila Monsignor Giuseppe Molinari e Monsignor Orlando Antonini.
“La Fondazione ha sostenuto con forza questo progetto perché concretizza in pieno i valori e gli scopi che le fondazioni di origine bancaria hanno per statuto – dichiara Fanfani – Quelli del recupero e valorizzazione della cultura e della memoria storica del territorio di riferimento sono tra i principali e questo archivio storico da oggi fruibile ne è una dimostrazione pratica”.
Per la prima volta a L’Aquila un archivio privato, di proprietà ecclesiastica ed in particolare di un monastero di clausura, viene aperto alla fruizione pubblica di studiosi ed appassionati; si tratta di un piccolo ma significativo luogo di storia e cultura del territorio, che conserva oltre seicento unità archivistiche attraverso le quali si ripercorrono le vicende dei luoghi da cui provengono. Recuperato e catalogato nel 2001, l’archivio storico del monastero di Sant’Amico ha aperto le sue porte alla comunità mettendo a disposizione i suoi tesori che segnano un percorso lungo seicento anni, partendo all’incirca nella prima metà del trecento (1336) per terminare nella prima metà del novecento (1948).
La dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Abruzzo e Molise ha dichiarato l’Archivio di interesse storico particolarmente importante e, durante la schedatura delle singole unità archivistiche, sono stati individuati tre fondi: fondo Monastero di Sant’Amico, fondo Monastero di Santa Lucia, che si riteneva perduto, e fondo Ospizio dell’Addolorata. Tra gli oggetti conservati, spicca la lettera del Vescovo aquilano Paolo di Rinaldo da Bazzano per l’istituzione di una chiesa e monastero, datata 7 dicembre 1350.
“Dopo aver assicurato le migliori condizioni per l’accesso e la fruizione del patrimonio archivistico monastico, dopo quasi 20 anni dal recupero ordinamento ed inventariazione – spiega l’archivista Alessia Di Stefano – sarà possibile fruire di una nuova porzione di fonti archivistiche uniche ed inedite, efficaci per la ricostruzione storiografica obiettiva e scientifica, ad integrazione di fonti ufficiali, a vantaggio dell’offerta culturale locale; trascurare le testimonianze più umili di fatti minuti della vita quotidiana e nello specifico di una istituzione ecclesiastica che dal 1375 ancora agisce sul bacino culturale aquilano, porta al venir meno di quel senso logico di continuità tra passato e futuro di tutta la comunità laica, civile ed ecclesiastica della città. Oggi – continua – la Fondazione Carispaq sostiene la consultazione dell’archivio storico del monastero di S. Amico dell’Aquila e grazie al Suo intervento sarà fruibile il fondo archivistico ritenuto perduto del soppresso monastero di S. Lucia, fruibili saranno le poche ma significative testimonianze del fondo dell’Ospizio dell’Addolorata, istituzione ecclesiastica per l’accoglienza di fanciulle orfane, e fruibile il fondo del monastero di S. Amico, scarsamente citato da Antonio Ludovico Antinori nei suoi manoscritti”.
Alla cerimonia hanno partecipato la Madre Badessa del Monastero di Sant’Amico Suor Gabriella Merelli e la madre vicaria Suor Angela Barbieri.