Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio, ospiti dell’architettura di Luigi Broggi: un viaggio nelle stanze di uno dei più pregiati edifici pescaresi
testo Chiara Pellino, foto Gino di Paolo
Collocata lungo l’attuale via del Santuario, è opera dell’architetto milanese Luigi Broggi, come attesta il progetto originale rinvenuto presso l’Archivio di Stato di Pescara. Costruita tra il 1886 e il 1890, su commissione del Barone Ernesto De Landerset, la villa subì alcuni rimaneggiamenti: i bombardamenti del secondo conflitto mondiale non la risparmiarono, distruggendone completamente tutta la zona nord-ovest ricostruita soltanto nel 1954 su progetto dell’ingegnere Attilio Giammaria nel rispetto della composizione originaria. L’intervento non ha, infatti, alterato l’armonia complessiva dell’edificio, che conserva intatto tutto il suo fascino. L’aspetto forse più rilevante è costituito dalla localizzazione della villa rispetto all’assetto urbano della Pescara di fine Ottocento, l’allora Castellammare Adriatico. Il complesso, infatti, collega idealmente i due poli “storici” della città ponendosi lungo la direttrice che collega la zona del litorale, all’epoca in piena espansione, alla zona collinare, cresciuta attorno al Santuario della Madonna dei Sette Dolori. Ancora oggi, dalla torretta della villa, lo sguardo del visitatore coglie prospetticamente l’asse di via Leopoldo Muzii, un tempo via Centrale, traguardando anche il mare.
La torretta costituisce il perno attorno al quale si struttura tutto l’impianto della villa. Collocata presso l’angolo sud-est, in posizione aggettante rispetto alla volumetria compatta del fabbricato, rappresenta un corpo pressoché autonomo: perfettamente in asse con il cancello d’ingresso, è il primo elemento a cui si accede dopo aver percorso le scalinate terrazzate che consentono di superare il dislivello rispetto al piano stradale. La torretta si caratterizza, inoltre, per la presenza di un accesso al piano terra rivolto direttamente verso l’esterno, posto a sottolineare la connessione tra lo spazio del parco, progettato in stretto rapporto con l’edificio, e quello interno dell’abitazione. Il prospetto ovest recupera l’originaria partizione in due registri sovrapposti di aperture, collocando, però, l’accesso allo stabile al centro, in base ad un criterio di simmetria non previsto inizialmente dal Broggi.L’ingresso principale, infatti, era posto originariamente sul fronte nord, dove è ancora possibile scorgerne le tracce affiancate da due riquadri a cornici geometriche di ispirazione classica. Il fronte est e quello sud, infine, appaiono suddivisi verticalmente in due registri: quelli centrali, caratterizzati da due ordini di monofore, e quelli laterali, corrispondenti alle due facce della torretta, con coppie di paraste ai lati di bifore timpanate.
L’aspetto complessivo della villa colpisce l’osservatore per la bicromia delle facciate intonacate, sulle quali spiccano le partiture in cotto rosso, tipiche dell’architettura lombarda, che arricchendo le ghiere degli archi, i parapetti, le edicole e le colonnine delle finestre con volute, ovoli e rosette, mostrano tutta la duttilità di questo materiale. La torretta di tre piani è poi l’elemento architettonico nel quale l’apparato decorativo trova la sua massima espressione. Al piano terra, l’ampia apertura è affiancata da coppie di paraste a riquadri decorate con mascheroni che riproducono una divinità silvana, con corna d’ariete. Gli altri due piani presentano bifore e paraste binate e sul fronte est, strutturati secondo un motivo a candelabra, appaiono figure femminili, festoni di frutta e puttini e alcuni elementi riferibili alle arti e alla natura. Il tema militare caratterizza, invece, il fronte sud attraverso scudi, elmi piumati, arco, frecce e corazze e elementi marini compaiono sui pilastrini delle scalinate terrazzate, ribadendo lo stretto rapporto che intercorre tra edificio e giardino.
Le finestre presentano parapetti decorati con festoni di frutta e fiori, oppure caratterizzati da un motivo geometrico che richiama i “tappeti” musivi delle basiliche romane. Parapetti, bifore e paraste istoriate segnano anche il comparto laterale del fronte est, anche se, in questo caso, compaiono soprattutto animali fantastici, càntari e fiori, come le belle rose della parte sommitale.
Anche se Broggi non impiega un sistema decorativo stilisticamente ascrivibile ad uno specifico periodo storico, il programma iconografico scelto per Villa De Landerset accoglie una vera e propria celebrazione del Rinascimento e di coloro che ne sono storicamente considerati i numi tutelari: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. I loro volti, così come ci sono stati tramandati dalla tradizione, compaiono in diversi punti dell’edificio, inseriti in medaglioni circolari. Sul fronte est è visibile, poi, il ritratto di un personaggio che in base alle caratteristiche somatiche e all’abbigliamento, dovrebbe raffigurare Andrea Palladio, l’architetto del Cinquecento che, attraverso opere e trattati, ha determinato la nascita di uno stile internazionale considerato tra i più influenti nell’ambito dell’architettura occidentale.
Villa De Landerset è attualmente oggetto di un progetto di restauro che, sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Pescara, ne ripristinerà l’antico uso abitativo, nel rispetto dovuto ad un edificio caposaldo del panorama architettonico e paesaggistico di Pescara. Ulteriori informazioni sull’architettura della città di Pescara potete trovarle nel volume pubblicato dalla DE SIENA EDITORE (http://desienaeditore.it/), “Pescara Oltre lo Sguardo”.