A cura della redazione
Quanta laboriosità e fatica si celano dietro la produzione dell’alimento naturale più dolce al mondo. Una vera e propria concessione della natura, un dono prezioso ed un alimento vivo, che solo le api possono realizzare. Così, ronzando di fiore in fiore, ne succhiano il nettare, che poi bottinano, trasformano e combinano con sostanze specifiche proprie. Successivamente, per consentirne la maturazione, lo immagazzinano all’interno dei favi dell’alveare, una struttura dall’architettura perfetta. Il miele è un alimento prezioso, altamente energetico e fonte di zuccheri semplici. Ci fa bene, è buono e terapeutico. Ma per capire come arriva dall’alveare alla nostra tavola, bisogna conoscere lo straordinario mestiere dell’apicoltore. Tornareccio (CH), una delle principali città italiane produttrici di miele, è disseminata di esperti e consocitori di questa antica sapienza. Tesori d’Abruzzo ha incontrato padre e figlia dell’azienda apistica Luca Finocchio, che da più generazioni si occupa delle api con professionalità e passione. Fabiana Finocchio è giovanissima, ha ventiquattro anni ed è già parte attiva nell’attività di famiglia, fondata negli anni ’70 dal nonno Aquilino Finocchio che, a sua volta, si è ispirato all’attività del suo di nonno. “Un’avventura -racconta Fabiana- cominciata con appena 35 alverari. Ora ne abbiamo circa 1.000 e pratichiamo da sempre l’apicoltura di tipo nomade: ad ogni fioritura, scegliendo accuratamente le postazioni, spostiamo gli alveari in varie zone d’Italia, poi, con molta attenzione e cura seguiamo l’opera laboriosa delle api che trasformano il nettare presente nelle piante e nei fiori in miele. Infine, preleviamo questo raccolto, lo smieliamo e lo invasettiamo così com’è, senza trucchi e lavorazioni sofisticate”. Il miele, presso l’azienda Luca Finocchio, viene declinato in tantissime e gustosissime varianti: dalle più delicate all’acacia, sulla, rosmarino e millefiori alle più decise come girasole, ciliegio e arancio, fino ad arrivare a gusti dal sapore marcato di eucalipto, melata e castagno. Poi, ci sono i mieli aromatizzati e quelli curativi come il Balsamiel; inoltre, sono presenti all’appello tutti i prodotti dell’alveare: propoli, polline, pappareale, cera. Luca Finocchio, titolare dell’azienda e padre di Fabiana, nutre per l’apicoltura un attaccamento autenitico e viscerale. Così, svelando la galleria fotografica che racconta la storia della sua impresa, commenta con orgoglio anni di sacrifici e successi: “Nelle foto potete vedere tutte le fioriture che caratterizzano il nostro miele. Così, il rosmarino, il ciliegio, l’acacia, la sulla, il millefiori delle montagne d’Abruzzo insieme a tantissime altre fioriture, danno un sapore diverso ai nostri prodotti. Poi, c’è la foto di famiglia, per me la cosa più importante”. E sulla qualità non si scherza, è da circa quindici anni che Luca Finocchio ottiene importanti riconoscimenti al livello regionale e nazionale. Negli ultimi tre anni, il più premiato è il miele d’arancio. Trasmettere l’importanza di questo prodotto biologico alla gente è una vera e propria missione per chi fa dell’ottimo miele, e così, Fabiana ci racconta della fattoria didattica: “Accogliamo scolaresche e vari gruppi in azienda.
Nella passata stagione abbiamo ricevuto circa 1.000 alunni. È davvero interessante l’attività che svogliamo con loro, perchè coinvolgiamo direttamente i bambini nell’affascianante mondo dell’apicoltura”. Infine, siamo curiosi di sapere da Fabiana qual è il miele più amato da una giovane che il prodotto, lo conosce bene. “Quello di sulla. È una produzione tipica abruzzese, è chiaro, sull’avorio e ha un aroma tenue, floreale. Dal sapore delicato, è un miele dolcificante, buonissimo con le castagne e i formaggi di capra e niente male come cosmetico”. E se le chiediamo qual è il segreto vincente di un’attività come questa, Fabiana risponde così: “Sano, genuino e naturale, il miele non sarebbe così buono senza il bagaglio delle esperienze tramandate dai nostri nonni che, come tanti tasselli, danno vita a un mosaico esemplare”.