Circondato da morbide colline, il borgo di Bisenti si stende placido in un’ampia vallata bagnata dal fiume Fino e dal torrente Fossato. Leggende e tradizioni dai contorni affascinanti si fondono e confondono con le sue origini antichissime, le cui tracce sono ravvisabili sui diversi volti del paese. Un passato articolato che si può intuire attraversando le vie del centro storico, che convergono verso il settecentesco campanile della Chiesa di Santa Maria degli Angeli
testo di Maria Orlandi, foto di apertura Maurizio Anselmi
Sotto il perimetro delle mura antiche, strada Fonte Vecchia incontra una scalinata panoramica che raggiunge l’omonima costruzione, alla quale si accede attraverso un’ampia arcata che introduce nel locale contenente la fonte con le vasche. Questo luogo è legato, a suo modo, all’affascinante leggenda che vuole Ponzio Pilato originario di Bisenti. Il paese custodisce infatti un edificio che la tradizione indica come l’abitazione natia di Pilato e che, sebbene ristrutturato, conserva alcune caratteristiche della domus romana, come l’atrio da cui si accede all’impluvium: “Elemento tipico di queste abitazioni ma con la variante che presumibilmente, in questo caso, la funzione non fosse quella di raccogliere l’acqua piovana ma di consentire l’accesso alla risorsa idrica attraverso il sistema qanat”, spiega Graziano Paolone, studioso di storia del territorio abruzzese e impegnato in un’approfondita indagine riguardante questa ingegnosa tecnologia.
Il qanat, inventato in medio oriente più di 3mila anni fa, è un sistema di trasporto idrico che preleva l’acqua direttamente dalla falda acquifera per effetto della gravità, grazie ad una serie di pozzi verticali collegati mediante una galleria leggermente inclinata, per cui la destinazione si trova in una posizione più bassa rispetto alla sua origine.
Nel corso dei sopralluoghi, Paolone ha individuato presso la collina di San Pietro, appena sopra il centro abitato, il punto di partenza del qanat, il quale poi percorre il sottosuolo fino all’estremità sud-est del paese in località Fonte Vecchia.
Nel percorso dei cunicoli interni il qanat incontra un pozzo verticale, oggi riempito di detriti, in corrispondenza di un’antica villa romana indicata come la casa natale di Ponzio Pilato. Sebbene esistano anche altre tipologie di qanat, come i foggara sahariani, dai rilievi è emerso che i canali di Bisenti hanno le medesime caratteristiche di quelli mediorientali e dunque sembra plausibile l’ipotesi che essi siano stati costruiti da persone provenienti da quei territori. “Citando i tre agrimensori latini Balbo, Igino e Frontino – aggiunge Paolone – vorrei segnalare che tutti e tre parlano dell’area che noi abitiamo come di Interamna Palestina Piceni. È quindi verosimile che abitanti della Palestina fuggiti dalla loro terra di origine abbiano seguito le rotte commerciali dei Fenici per stanziarsi infine in questa parte dell’Abruzzo, portando la loro cultura e le loro conoscenze”.
Lo stesso Pilato avrebbe potuto essere un militare nato dove ora sorge Bisenti e inviato in Palestina proprio perché conosceva la lingua e la cultura di quel popolo. Un capitolo di storia da riscrivere o solo una leggenda da tramandare, che apre però la strada ad una più ampia riflessione su quelli che sono stati i flussi dei popoli attraverso la terra d’Abruzzo.