Si ha un piacevole senso di pace di fronte al bellissimo paesaggio della campagna abruzzese. Aree coltivate, vigneti, oliveti, boschi e pascoli delineano splendidi panorami. Ma quanto lavoro e fatica c’è dietro? Analisi delle politiche di sviluppo rurale a beneficio dei cittadini. L’agricoltura è un patrimonio di tutti, cerchiamo di mantenerlo vivo e in ottima salute
Questo patrimonio di paesaggi rurali che ha ispirato poeti, pittori e artisti di ogni genere è il frutto di un lavoro millenario che si ripete di generazione in generazione. È bello per noi cittadini andare in campagna durante i fine settimana o trascorrere una vacanza di relax in un agriturismo, ma senza gli agricoltori cosa troveremmo? Sono sempre di più i borghi rurali abbandonati e senza la presenza dell’agricoltore il paesaggio subisce un rapido degrado. Chi ha avuto l’opportunità di visitarne uno, sa del senso di tristezza che si prova. Proviamo ad immaginare a cosa porterà la continua urbanizzazione, questo contrasto tra città sempre più popolate e zone rurali sempre più abbandonate. Lo stato di salute dell’economia agraria e del paesaggio rurale dipende dal ruolo chiave delle attività agricole e forestali. L’attività agricola non si limita alla coltivazione dei prodotti ed all’allevamento di animali destinati al consumo alimentare. Gli agricoltori hanno ormai un ruolo polivalente. Sono i veri guardiani dell’ambiente e del paesaggio. Bisogna essere profondi conoscitori del proprio territorio e custodi delle tradizioni contadine che sicuramente senza un aiuto andrebbero a scomparire. Per conservare il nostro patrimonio rurale, e contrastare questo fenomeno di spopolamento, occorrono politiche agricole capaci di sostenerlo e le risorse stanziate per l’agricoltura dall’Unione Europea servono anche ad integrare il reddito di chi lavora a tal fine. Oltre alla produzione di beni alimentari, l’agricoltore svolge anche un ruolo sociale importantissimo ogniqualvolta produce energia pulita o apre la propria azienda ad attività sociali e ricreative a beneficio di chi vuole trascorrere il proprio tempo libero a stretto contatto con la natura. I nostri paesaggi abruzzesi sono fortemente antropizzati e nel prossimo futuro lo saranno ancor di più. Pensiamo all’installazione di impianti di produzione di energia eolica e solare che dovranno sì produrre energia ma senza erodere la quantità dei terreni. Il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Abruzzo, “PSR” per gli addetti ai lavori, è un documento programmatico settennale che, allo scopo di favorire lo sviluppo rurale in Abruzzo, regola l’erogazione di oltre 400 milioni di contributi per il settore agricolo, forestale e agroalimentare. Le politiche agricole comunitarie, insieme alle risorse nazionali e regionali, finanziano le pratiche agricole in quelle aree rurali che, senza il supporto dei fondi comunitari, faticherebbero a sopravvivere. Una consistente percentuale del bilancio comunitario, derivante dalle tasse pagate dai cittadini europei, è utilizzata per il settore agricolo. La domanda che ognuno di noi, abitante di città, potrebbe porsi è: “Sì, ma dei soldi spesi per l’agricoltura, a me cosa ne viene?”.Oltre alla produzione sostenibile a prezzi accessibili dei prodotti alimentari necessari al nostro sostentamento, i benefici che noi cittadini riceviamo sono i cosiddetti beni pubblici ambientali e sociali ossia ad esempio, il mantenimento del paesaggio, la lotta ai cambiamenti climatici, la tutela dell’ambiente, la conservazione della biodiversità, intesa come il mantenimento del patrimonio genetico di animali e piante, il controllo delle risorse idriche, sia in termini di quantità che di qualità, il contrasto del degrado dei suoli, che se trascurato porta a disastri naturali come inondazioni o incendi. La diretta realizzazione, da parte delle amministrazioni, di questi beni pubblici, costerebbe molto di più di quanto invece avviene attraverso la quotidiana opera diretta dell’agricoltore. L’agricoltura è un patrimonio di tutti, cerchiamo di mantenerlo vivo e in ottima salute.